Si è conclusa la prima fase dell’emissione del BTp Italia con scadenza 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005496994), quella che ha riguardato gli investitori individuali o retail. Nella mattinata odierna, il collocamento prosegue esclusivamente per gli investitori istituzionali (ISIN: IT0005497000). Tra poche ore conosceremo in via definitiva l’entità della cedola reale garantita, fissata provvisoriamente all’1,60% dal Tesoro. Il funzionamento del BTp Italia non è difficoltoso, sebbene nascano dubbi e incertezze sul piano tecnico. Ecco a grandi linee quali sono le sue caratteristiche dell’emissione agli sgoccioli:

  • bond indicizzato all’inflazione FOI ex tabacchi dell’ISTAT;
  • premio fedeltà riconosciuto dopo quattro anni (acconto dello 0,40%) e alla scadenza (saldo dello 0,60%);
  • rivalutazione anche del capitale al tasso d’inflazione rilevato dall’indice ISTAT nel semestre;
  • corresponsione su base semestrale di un tasso minimo reale;
  • zero commissioni bancarie per chi acquista durante il collocamento.

Emissione BTp Italia e indice ISTAT dei prezzi

E l’emissione del BTp Italia avviene davvero alla pari? Più di un lettore ha mostrato rabbia e incredulità quando il Tesoro, venerdì scorso, comunicava sia la cedola reale offerta agli obbligazionisti di questa diciassettesima emissione, sia l’indice dei prezzi iniziale pari a 109,72.

A questo punto, si è generata una certa confusione tra quanti hanno sostenuto che l’emissione del bond non starebbe avvenendo alla pari, ma ad una quotazione di poco inferiore a 110. Non è così e ve lo spieghiamo brevemente.

Chi ha acquistato e acquisterà fino alla mattinata odierna il BTp Italia 2030, lo pagherà esattamente per il suo valore nominale, cioè a 100. In altre parole, se vuoi comprare 10.000 euro di titoli, dovrai sborsare proprio 10.000 euro. E così via per qualsiasi altra cifra. E quel 109,72? Non è il prezzo di emissione, bensì l’indice ISTAT iniziale dei prezzi al consumo, rispetto al quale saranno calcolate le variazioni nei mesi prossimi per capire se in quale misura vi sia stata inflazione di semestre in semestre.

Ad esempio, se l’indice dei prezzi dopo i primi sei mesi fosse di 112, l’inflazione nel semestre sarebbe del 2,1%. Infatti, avremmo 112/1,0972 = 1,02078. Se dopo altri sei mesi salisse a 114,50, l’inflazione del secondo semestre sarebbe del 2,2%, cioè 114,50/112. Come avete avuto modo di capire, questo non c’entra assolutamente nulla con la quotazione del titolo, che avviene sempre alla pari per questo genere di titoli.

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