Dal 20 al 23 giugno, come sappiamo il Tesoro terrà il nuovo collocamento per il nuovo BTp Italia, il bond retail indicizzato al tasso d’inflazione FOI dell’ISTAT, al netto dei tabacchi. Un’emissione attesa come mai forse prima, dato che arriva in un momento in cui l’inflazione italiana risulta essere salita ai massimi dal 1986. Era al 6,9% a maggio. Nell’annunciare il nuovo titolo, il Tesoro aveva reso noto che la durata sarebbe stata tra 6 e 10 anni. Ieri, intervenendo a una trasmissione radiofonica il responsabile del debito pubblico del Ministero di economia e finanze, Davide Iacovoni, ha iniziato a fornire alcuni dettagli.

Secondo il dirigente, il prossimo BTp Italia avrà durata di 7-8 anni. Era nelle nostre attese. Sappiamo anche, poi, che il premio fedeltà sarà stavolta doppio. Un espediente che il Tesoro ha già messo in pratica con le ultime emissioni di BTp Futura. E anche su questo aspetto Iacovoni ci ha fornito una precisazione in più: l’entità sarà pari allo 0,8% del valore nominale del bond. Anche questo risulta sostanzialmente in linea con le nostre attese.

Verso cedola del BTp Italia “generosa”?

Infine, la terza novità: parte del premio fedeltà sarà erogata già a metà vita del titolo. Sulla base di quanto avvenuto con i BTp Futura, nessuna vera sorpresa neppure in questo caso. Dunque, il BTp Italia durerà verosimilmente sugli 8 anni e riconoscerà un primo premio fedeltà (la metà?) già dopo 4 anni e un secondo alla scadenza. Grazie a questo sdoppiamento, gli obbligazionisti retail che avranno sottoscritto il bond in sede di collocamento, potranno ottenere almeno parte del premio fedeltà già dopo pochi anni, senza necessariamente dovere attendere la scadenza.

Considerato che il titolo di stato ordinario a 8 anni offre un rendimento lordo in area 2,70% e che le aspettative d’inflazione sarebbero da qui al 2030 di circa il 2% medio all’anno, il BTp Italia dovrebbe offrire una cedola minima reale in area 0,70%.

Chiaramente, questo sarebbe vero se le condizioni di mercato da qui al collocamento restassero sostanzialmente simili. Non possiamo escludere, però, che il Tesoro si mostri più generoso al fine di attirare i risparmi delle famiglie. In quel caso, avremmo una cedola minima dell’1%.

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