Se posseggo BTp Italia maggio 2025 (ISIN: IT0005410912) in portafoglio, meglio sarebbe optarne per il tasso fisso? E’ questa la domanda che ci rivolge un lettore. Siamo ad un punto di svolta sul mercato obbligazionario. Dopo oltre un anno di aumenti dei tassi di interesse ininterrottamente, le principali banche centrali del pianeta segnalano di volersi prendere una pausa. E’ possibile che con luglio la stretta monetaria si concluda alla Banca Centrale Europea. I rendimenti dei bond stanno già scendendo in previsione di ciò.

L’inflazione nell’Eurozona resta alta, ancora al 5,5% a giugno, anche se dovrebbe continuare la discesa nei prossimi mesi.

Inflazione attesa

I BTp Italia sono bond indicizzati al tasso d’inflazione italiana, per cui negli ultimi tempi sono diventati molto appetibili per le famiglie. Ora che il rischio inflazione è percepito in calo, però, questa categoria di asset sta risultando meno interessante di qualche mese fa. Volete un esempio? Proprio il BTp Italia con scadenza 26 maggio 2025 ha staccato di circa il 4,82% appena due mesi fa. Sei mesi prima, aveva offerto il 4,15%. A novembre di quest’anno, le attese sono nettamente inferiori. Tenuto conto della cedola reale semestrale allo 0,70%, sulla base dell’attuale indice FOI vi sarebbe un pagamento tra l’1,1% e l’1,2%.

Addirittura, se l’inflazione annuale per il mese di settembre scendesse sotto il 4%, il BTp Italia 2025 staccherebbe la sola cedola reale, cioè non effettuerebbe alcuna rivalutazione. Detto questo, il bond oggi si acquista sotto la pari, ovvero a 98,38 centesimi. Ciò corrisponde ad un rendimento reale in area 1,60%. Considerato che il BTp con cedola fissa di pari durata offre all’incirca il 3,70%, siamo dinnanzi ad uno spread di 210 punti base o 2,10%. Questo sarebbe il tasso medio annuo d’inflazione atteso per il prossimo biennio in Italia.

BTp Italia 2025, confronto con BTp 2029

Ad essere sinceri, probabile che l’inflazione si riveli più elevata, per cui il mercato potrebbe aver sottovalutato la crescita dei prezzi al consumo nel medio-breve termine.

Dunque, optare per il tasso fisso ha o meno senso? Solo se crediamo che l’inflazione crolli repentinamente nei prossimi trimestri. Ad oggi non è lo scenario di base. Il lettore ci chiede circa la possibile vendita del BTp Italia 2025 per rimpiazzarlo con il BTp agosto 2029. Quest’ultima scadenza rende al momento il 3,65%. Il confronto diretto con il bond indicizzato non è, comunque, possibile. Parliamo di una durata di ben quattro anni e tre mesi più alta.

Per concludere, il BTp Italia 2025 continua a mostrarsi relativamente interessante per via delle prospettive d’inflazione a breve e medio termine. Rimpiazzarlo con il BTp 2029 può essere una buona idea nell’ottica di una discesa dell’inflazione. In quel caso, il rendimento di questo secondo bond sarebbe teoricamente più che capace di proteggere il potere di acquisto del capitale investito. Va da sé, però, che stiamo allungando l’orizzonte temporale.

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