Si è conclusa la sedicesima emissione del BTp Italia. Il Tesoro può dirsi soddisfatto, perché a fronte dei 13-16 miliardi di raccolta attesi, ne è riusciti a piazzare per 22,3 miliardi di euro, l’importo più alto di sempre per questo titolo. Al termine della terza giornata, infatti, gli ordini dei soli risparmiatori individuali si erano attestati a 14 miliardi. Altri 8,3 miliardi sono stati emessi in favore degli investitori istituzionali attraverso il metodo di ripartizione, dato che le loro richieste erano ammontate a oltre 11 miliardi.
BTp Italia, successo da non sopravvalutare e che ci costa caro
Ricordiamo che il bond eroga una cedola ogni sei mesi e pari all’1,40% annuale, rivalutata al tasso d’inflazione di ciascun semestre secondo l’indice FOI dell’ISTAT, al netto della componente tabacchi. Per i risparmiatori il codice ISIN è IT0005410904, mentre per gli investitori istituzionali i titoli hanno come ISIN IT0005410912. Tornando alle curiosità, a parte il fatto che si sia trattato dell’emissione più ricca da quando questi titoli hanno debuttato sul mercato italiano nel marzo 2012, un altro record è stato segnato dai risparmiatori, la cui incidenza degli ordini sul totale delle assegnazioni si è attestata al 62,8%, superando il precedente massimo del 59,5% della seconda emissione tenutasi nel giugno del 2012.
Cresce la quota retail
E si consideri che nelle precedenti due emissioni la loro quota si fosse arrestata rispettivamente al 39,9% e al 44,3%, per cui possiamo ben affermare che la partecipazione del canale retail sia stata stavolta decisamente superiore, evidentemente allettato dal tasso reale garantito, superiore al rendimento offerto dal BTp a 5 anni. Ed è stato record anche per gli ordini, in totale quasi 400.000, quando sinora il massimo era stato di circa 300.000 per l’emissione del novembre 2013.
Del resto, oltre a fissare un rendimento relativamente generoso di questi tempi, il Tesoro ha dovuto ingolosire i risparmiatori anche raddoppiando il premio fedeltà allo 0,8%, riconosciuto a coloro che abbiano acquistato il titolo in asta e lo manterranno fino alla scadenza. Di fatto, il rendimento minimo garantito sale così all’1,56%, attualmente circa 30 centesimi in più di quanto offra l’omologo BTp a 4 anni con cedola fissa. E’ stato anche allungato il numero delle giornate a disposizione del retail da 2 a 3, così da consentire alle adesioni di prendersi più tempo per arrivare al server di Via XX Settembre tramite le banche.
BTp Italia 2025, cedola minima all’1,40%: conviene comprare all’asta?