Il Tesoro ha assegnato nella giornata di ieri il massimo della forchetta preventivata alla vigilia per l’emissione del BTp 1 settembre 2040 con cedola 5% (ISIN: IT0004532559). E’ stato di 1 miliardo di euro l’importo offerto contro richieste per 1,674 miliardi. Il bond era uno dei cinque in asta e neppure con la scadenza più lunga, che spettava al BTp 2072. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 110,62, corrispondente a un rendimento lordo del 4,14%.

Rendimento elevato dall’emissione

Il BTp 2040 ha una durata residua di circa 16 anni e quattro mesi.

Debuttò sul mercato sovrano nel settembre del 2009, cioè da trentennale. Considerato che il prezzo di emissione fu allora di 98,19 centesimi, c’è stato un apprezzamento del 12,4% in questi anni. In realtà, ai massimi toccati agli inizi del 2021, in area 170, il boom era arrivato a superare il 70%. Da quella fase abbiamo registrato un crollo di quasi il 35%. Esso è avvenuto contestualmente all’aumento dei tassi di interesse, preceduto dal ritorno inatteso dell’inflazione.

In oltre quattordici anni e mezzo di vita, il BTp 2040 ha distribuito cedole (ratei attivi compresi) di quasi il 76% del capitale investito, portando il rendimento lordo complessivo all’87%. Al netto della trattenuta fiscale, un pur ottimo 76%. Facendo i conti con l’inflazione italiana, che dall’emissione ad oggi è stata cumulativamente del 30%, arriviamo a calcolare un rendimento netto reale ancora sopra il 45%. Il titolo si è rivelato un buon impiego dei propri risparmi in un’ottica di lungo periodo.

BTp 2040 ad alto potenziale

Nei prossimi mesi, il taglio dei tassi di interesse dovrebbe portare a un ulteriore apprezzamento anche del BTp 2040, a meno che l’allentamento monetario della Banca Centrale Europea (BCE) non si rivelasse più esiguo o incerto delle attese già scontate dal mercato. La “duration” modificata di questo titolo è oggi di 11 anni. In pratica, si apprezzerebbe dell’11% con un calo del rendimento dell’1%. E nell’ultimo decennio la scadenza a 15 anni del Tesoro ha offerto in media intorno al 2,55%.

Tuttavia, difficile che possa tendere a quei livelli, i quali hanno risentito di tassi azzerati e acquisti massicci di bond della BCE. Restano le alte potenzialità di crescita delle quotazioni nel medio termine, specie se l’inflazione nell’Area Euro scendesse fin sotto il target del 2%.

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