Il Tesoro ha emesso ieri il nuovo BTp short term (ISIN: IT0005557084) e la 18-esima tranche del BTp€i 15 maggio 2033 (ISIN: IT0005482994). In tutto, al collocamento ha incassato 5 miliardi di euro, il massimo della forchetta preventivata alla vigilia. Di questi, 3,75 miliardi sono arrivati con la scadenza più corta e 1,25 miliardi con quella più lunga.

Andando ai dettagli, abbiamo che il nuovo BTp short term avrà scadenza 29 settembre 2025 e staccherà cedola lorda annuale del 3,60%. Il bond ha ottenuto ordini per 5,45 miliardi e il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,88 centesimi.

Ciò ha corrisposto a un rendimento lordo del 3,69%. Al netto dell’imposta del 12,50%, il rendimento scende al 3,23%.

Bond indicizzato all’inflazione Eurostat

Il BTp short term è un titolo di stato che rimpiazza da qualche anno il CTz, un bond del Tesoro senza cedola. Qui, invece, la cedola c’è sulla base delle condizioni di mercato. L’emissione riguarda scadenze comprese tra 18 e 30 mesi. Un rendimento di questo livello difficilmente riuscirebbe a coprire l’inflazione italiana nel periodo considerato. Solo se quest’anno scendesse in media sotto il 3% annuo nel prossimo biennio, saremmo dinnanzi a un rendimento netto reale positivo. Non è impossibile che accada, ma resta uno scenario non così probabile allo stato attuale.

E a proposito d’inflazione, c’era in asta ieri anche il BTp€i 2033 con cedola reale 0,10%. Prezzo di aggiudicazione di 84,38 centesimi, pari a un rendimento reale dell’1,86%. Gli ordini in questo caso sono stati per 1,96 miliardi. L’indicizzazione è al tasso d’inflazione Eurostat, cioè all’inflazione dell’Eurozona. Essa può divergere da quella italiana. Negli ultimi anni al 2022, ad esempio, i prezzi al consumo in Italia sono cresciuti sempre meno della media nell’area. E anche le aspettative del mercato per il futuro vanno in tal senso. Basti pensare che il BTp a 10 anni con cedola fissa sfiora il 4% di rendimento.

Pertanto, gli obbligazionisti scontano un’inflazione europea media superiore al 2%. Si desume dalla differenza tra i due rendimenti.

BTp short term o BTp€i in portafoglio?

Meglio BTp short term o BTp€i a 10 anni? In una logica di differenziazione del portafoglio obbligazionario, l’inserimento di entrambi avrebbe senso. Il primo garantisce un rendimento certo di breve periodo, il secondo consente di proteggere il capitale dalla perdita del potere di acquisto. E’ bene ricordare per l’ennesima volta, però, che l’indicizzazione di quest’ultimo avviene in un’unica soluzione alla scadenza. Ciò lo differenzia dai BTp Italia, che la offrono di sei mesi in sei mesi. In effetti, chi ha acquistato ieri il bond ha dovuto corrispondere all’emittente non solo il prezzo di aggiudicazione, ma anche la percentuale di rivalutazione del capitale maturata dall’emissione del 15 novembre 2021. Essa era pari al 13,938% per la stessa tabella del Tesoro. Se ne desume che il costo effettivo dell’investimento sia stato di 96,14 centesimi, escluso il rateo della cedola semestrale (pochissima roba).

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