A partire dalle ore 9 di lunedì 2 e fino alle ore 13 di venerdì 6 ottobre, salvo chiusura anticipata, ci sarà il secondo collocamento del BTp Valore, stavolta con scadenza nell’ottobre del 2028. Si tratta di un’emissione esclusivamente retail, cioè rivolta ai risparmiatori individuali (famiglie). Il bond avrà cedole crescenti, il cui tasso lordo annuale sarà reso noto insieme al codice ISIN il venerdì 29 settembre. Al termine del collocamento, i tassi minimi garantiti annunciati potranno essere confermati o aumentati. Per gli obbligazionisti cassettisti, che avranno prenotato il titolo in fase di collocamento e lo avranno mantenuto fino alla scadenza, ci sarà un premio fedeltà.

La sua entità sarà resa nota nei prossimi giorni. Il lotto minimo acquistabile è sempre di 1.000 euro.

Non sappiamo ancora, quindi, quale sarà il rendimento del BTp Valore 2028. Poiché è una scadenza a 5 anni, possiamo prendere senz’altro come riferimento il bond del Tesoro quinquennale ordinario. In queste ultime sedute, viaggia attorno al 3,85%. Questo implica che, in media la cedola annua dovrà essere non inferiore a tale tasso. Ammettiamo che sia esattamente questo il rendimento medio offerto. Risulterebbe congruo?

Fattore inflazione

Quando investiamo in un bond con cedola fissa (pur crescente o decrescente nel tempo), la principale variabile che può fare la differenza è l’inflazione. Percepire quasi il 4% all’anno sarebbe buona cosa se l’inflazione durante il periodo dell’investimento fosse attorno allo zero, cattiva con un’inflazione al 5-6%. Ad agosto, l’inflazione italiana è stata del 5,5%. Alla luce di questo dato, diremmo che i rendimenti dei BTp restino bassissimi. In realtà, dobbiamo fare un confronto tra l’inflazione futura. Essa può chiaramente essere solo stimata e non conosciuta con certezza in anticipo.

Per farsi un’idea di quale sia l’inflazione scontata dal mercato, abbiamo un buon riferimento nel BTp Italia novembre 2028 e cedola minima dell’1,60%. Ieri, quotava a 96,39 centesimi, offrendo un rendimento reale del 2,37%.

Esso si confronta con circa il 3,85% offerto dal bond a 5 anni con cedola fissa. Ne deduciamo che l’inflazione media attesa per i prossimi cinque anni sia dell’1,50%. Ad avviso di chi scrive, trattasi di una previsione un po’ troppo ottimistica. Diamola per buona per il momento.

Possibile rendimento netto reale del BTp Valore 2028

Il BTp Valore 2028, come dicevamo, offrirebbe non meno della scadenza a 5 anni ordinaria. Al netto dell’imposizione fiscale del 12,50%, il rendimento si attesterebbe sopra il 3,35%. Il rendimento netto reale risulterebbe, quindi, positivo per l’1,85%. Può sembrare poco, ma non lo è. Un investimento relativamente sicuro ci consentirebbe non solo di coprire l’inflazione, bensì anche di guadagnare qualcosa al di là di essa. Il potere di acquisto del capitale sarebbe più che tutelato.

Anche supponendo che il mercato stia sottostimando l’inflazione italiana futura, l’errore dovrebbe rivelarsi elevatissimo per intaccare la bontà dell’investimento. Persino con un’inflazione media al 2,50% il BTp Valore 2028 riuscirebbe ad esitarci un rendimento reale positivo di quasi l’1%. Resta la possibilità di disinvestire in anticipo, ma esponendosi ai prezzi di mercato. Sarebbe una mossa possibilmente appropriata per il caso in cui l’inflazione continuasse a fare paura e l’obbligazionista volesse, a quel punto, spostare liquidità a favore di una futura emissione di BTp Italia.

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