Alla vigilia c’era la sensazione che sarebbe andata bene, ma che sarebbe stato difficile raggiungere o superare i numeri delle prime due emissioni. Invece, la terza emissione del BTp Valore ha superato ogni aspettativa. Si è appena conclusa nella giornata di oggi alle ore 13 e il Tesoro ha comunicato di avere ricevuto 656.369 sottoscrizioni per un controvalore complessivo di 18,316 miliardi di euro, di cui 1,37 arrivati oggi. E’ stato così battuto il record storico del giugno scorso, quando gli ordini tra le famiglie ammontarono a 18,19 miliardi.

Sarebbero stati 17,19 miliardi quattro mesi dopo. Mai così tanta domanda in un’unica operazione sul mercato retail italiano.

Contratto medio di quasi 28.000 euro

Facendo un semplice calcolo, scopriamo che il contratto medio è stato di 27.905 euro, perfettamente in linea con i dati precedenti. Ci sono stati casi clamorosi. Un singolo ordine è stato di 10 milioni di euro, un altro di 3 milioni. Più che di famiglie, è assai probabile si tratti di private banker, che possono partecipare all’emissione del BTp Valore, rientrando nella definizione di investitore individuale.

Tassi confermati, attesa per nuovo codice ISIN

Il Tesoro ha altresì reso noto che i tassi minimi fissati prima del collocamento sono stati confermati: 3,25% per i primi tre anni, 4% dal quarto anno fino alla scadenza del 5 marzo 2030. Non è ancora noto il codice ISIN con cui gli obbligazionisti potranno rivendere il titolo anche subito sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Chiaramente, perderanno nel caso il premio fedeltà dello 0,7%.

Emissione BTp Valore, successo per fame di rendimento

Un successo, quello della terza emissione del BTp Valore, che conferma la fame di rendimento tra le famiglie italiane. Negli ultimi anni, l’alta inflazione ha considerevolmente intaccato la liquidità, che in banca è rimasta infruttifera e a livelli altissimi. A fronte, ad esempio, di un tasso medio dello zero virgola sui conti deposito, la perdita del potere di acquisto raggiungeva nel 2022 l’8,1%.

Naturale che, accusato lo scotto, i risparmiatori vogliano cercare almeno di recuperare parte delle perdite patite investendo in un asset apparentemente dai rendimenti prospettici reali positivi.

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