Inizia il 26 febbraio il collocamento del BTp Valore della durata di sei anni, in scadenza nel marzo del 2030. Salvo chiusura anticipata, si concluderà venerdì 1 marzo alle ore 13.00. Un appuntamento importante per Tesoro, famiglie, mercati e opinione pubblica. Sarà la terza emissione del genere dopo le due tenutesi nel 2023, di cui una a giugno e la seconda ad ottobre per un incasso complessivo di 35,5 miliardi di euro.

Collocamento BTp Valore 2030

Il collocamento del BTp Valore 2030 sarà rivolto esclusivamente agli investitori individuali o retail, vale a dire alle famiglie.

Alla vigilia il Tesoro renderà noti i tassi di interesse minimi garantiti. Saranno due: uno per il primo triennio e il secondo più alto per gli ultimi tre anni. Infatti, il bond avrà cedole crescenti corrisposte con cadenza trimestrale. Per i sottoscrittori che lo manterranno in portafoglio fino alla scadenza è previsto un premio fedeltà dello 0,70%. L’emissione avverrà alla pari e non si dovranno pagare commissioni bancarie in fase di sottoscrizione.

Investimenti in BTp esclusi dall’Isee

Il Tesoro spera di replicare il successo delle passate due emissioni. Malgrado il calo dei rendimenti negli ultimi mesi, esistono buone probabilità che anche il collocamento per questo terzo BTp Valore attiri un numero elevato di ordini. Anzitutto, la legge di Bilancio ha previsto l’esclusione dall’Isee degli investimenti in titoli di stato fino a 50.000 euro. Questo significa che le famiglie potranno sottrarre dal calcolo della loro condizione economico-patrimoniale gli acquisti di BTp realizzati fino a quell’importo. Un incentivo a trasformare la liquidità in investimento redditizio per chi detiene conti correnti e deposito con discrete somme ivi accreditate.

E’ vero che c’è stata una falsa partenza per questo incentivo. In assenza dei decreti attuativi, la norma non è stata ancora resa effettiva. Entro le prossime settimane dovrebbe diventare tale. In ogni caso, ciò non afferirà i nuovi investimenti, i quali influenzeranno le prossime dichiarazioni Isee.

Portafogli bond con margini di crescita

Per non parlare del fatto che le famiglie abbiano acquistato 123 miliardi di euro di titoli di stato nei primi dieci mesi dell’anno scorso, portando gli investimenti complessivi a più di 322 miliardi all’ottobre scorso, un incremento di 180 miliardi dalla fine del 2021. Tuttavia, i dati storici suggeriscono che vi sarebbero ulteriori margini di crescita. Infatti, a fine 2022 la loro ricchezza finanziaria netta ammontava a 5.135 miliardi. Anche supponendo che essa sia rimasta invariata, l’incidenza dei BTp in portafoglio sarebbe salita ancora poco sopra il 6% contro una media storica intorno al 7,5%.

Emergerebbero, quindi, nuovi possibili investimenti fino a una cinquantina di miliardi. Ovviamente, nulla vieta che la percentuale si porti al di sopra della media storica. In pratica, il collocamento del terzo BTp Valore può ancora attirare tanti ordini, anche perché non esistono alternative d’investimento altrettanto remunerative. I conti deposito stanno offrendo tassi di tutto riguardo con le nuove offerte, ma i grandi istituti rimangono avidissimi. E considerate che la tassazione sui rendimenti dei bond governativi è del 12,50% contro il 26% gravante sulle obbligazioni private e sugli interessi bancari.

Collocamento BTp Valore con inflazione molto bassa

Infine, il dato dell’inflazione italiana. Alle due emissioni precedenti i prezzi al consumo stavano aumentando al ritmo annuale rispettivamente sopra il 6% e del 5%. Adesso, la crescita è crollata allo 0,8%. I rendimenti reali si sono innalzati, sebbene quelli nominali siano diminuiti. Ovviamente, il calcolo andrebbe effettuato guardando all’inflazione futura e non passata. Tuttavia, molte famiglie confronteranno il rendimento offerto con l’attuale dinamica dei prezzi e riterranno probabilmente conveniente l’emissione di fine mese.

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