Tra BTp short term e bond indicizzati all’inflazione europea, il Tesoro italiano ha incassato nella giornata di ieri 4,75 miliardi di euro. L’importo è stato il massimo della forchetta fissata alla vigilia e si è confrontato con richieste complessive per 7,10 miliardi. Due erano gli indicizzati e noi ci occuperemo in questo articolo del BTp€i 15 maggio 2030 con cedola reale 0,40% (ISIN: IT0005387052).

Stabilità dei prezzi nell’Area Euro

La nuova tranche presenta una durata residua di sei anni, sebbene inizialmente fosse un decennale.

Ieri, il prezzo di aggiudicazione è stato di 92,88 centesimi e il rendimento lordo alla scadenza dell’1,68%. Questo s’intende al netto dell’inflazione nell’Area Euro a cui il bond è agganciato per mezzo dell’indice Hcpi dell’Eurostat ex tabacchi.

Poiché il bond del Tesoro con cedola fissa e con scadenza simile sempre ieri offriva quasi il 3,50%, la differenza con il BTp€i 2030 viaggia intorno all’1,80%. Secondo il mercato, questo sarebbe il tasso d’inflazione medio annuo nell’Eurozona da qui al 2030, cioè per i prossimi sei anni. La Banca Centrale Europea ha fissato un target del 2%, per cui ci troveremmo poco al di sotto di esso. In sostanza, gli obbligazionisti scontano una solida stabilità dei prezzi.

Calcolo dell’inflazione italiana attesa

Ma l’Eurozona è un’area economica grande e variegata al suo interno. A fronte di un’inflazione del 2,6% a maggio, ad esempio, in Italia questa risultava allo 0,8%. Per questo vogliamo indagare su quale siano le aspettative d’inflazione nel Bel Paese, insita nei prezzi dei bond. A tale scopo vogliamo verificare il rendimento reale del BTp Italia 28 giugno 2030 e cedola reale 1,60% (ISIN: IT0005497000). Ad una quotazione di 95,50 centesimi, offriva ieri il 2,45%. Rispetto al bond con cedola fissa, l’1,05% in meno.

BTp€i 2030 segnala inflazione europea più alta che in Italia

Da questi numeri emerge che l’inflazione italiana resterebbe sensibilmente inferiore a quella media nell’Eurozona anche nei prossimi anni.

E stiamo parlando dello 0,75%, tre quarti di punto percentuale. Farebbero il 4,5% cumulato da qui alla scadenza sia del BTp€i che del BTp Italia 2030. Praticamente, stando al mercato dovremmo preoccuparci di più della perdita del potere di acquisto nelle altre principali economie dell’Eurozona che non nel nostro Paese. Se fosse così, come del resto nel decennio pre-Covid, continueremmo a rosicchiare competitività ai competitor dell’unione monetaria. Le nostre esportazioni ringrazierebbero.

[email protected]