Il governo ha dovuto annunciare in settimana un piano di riacquisto di bond messicani per 4 miliardi di dollari, di cui 894 milioni destinati a una scadenza di aprile 2025, nel tentativo di placare i mercati finanziari. Da quando Claudia Sheinbaum è stata eletta con il 58% dei voti prima “presidenta” del Messico, il cambio contro il dollaro Usa ha ceduto quasi il 13%. E i rendimenti sovrani sono saliti sia per le emissioni in valuta locale che per quelle in valute forti.

Mercati temono strapotere della sinistra

Il principale timore degli investitori stranieri riguarda il possibile strapotere della sinistra, che effettivamente ha vinto a valanga alle elezioni di inizio giugno e può vantare un vasto consenso a tutti i livelli.

Sheinbaum si è presentata a capo del cartello MORENA, espressione del presidente uscente Andres Manuel Lopez Obrador (Amlo), molto popolare in patria e controverso all’estero per la sua gestione del potere in apparenza autoritaria.

C’è il timore che Sheinbaum, già sindaco della capitale, possa riformare la Costituzione su temi come pensioni ed energia, nonché indebolire la magistratura e le agenzie di controllo indipendenti. Appena eletta, ha cercato di allontanare tali dubbi, sostenendo che perseguirà una politica di disciplina fiscale e finanziaria e di rispetto dell’indipendenza della banca centrale. Ha anche confermato Rogelio Ramirez de la O come ministro delle Finanze.

Prezzi giù, rendimenti in doppia cifra

Ma i bond messicani, pur non avendo accusato un crollo comparabile a quello dei pesos, hanno ceduto sui mercati. Il decennale in dollari, che all’inizio dell’anno quotava intorno a 108, ha ripiegato a poco più di 104. Offre un rendimento lordo del 6,30%. La stessa scadenza in pesos rende il 10,75% contro il 9,75% di fine maggio. Spostandoci sul tratto iper-lungo della curva, abbiamo che la scadenza a 30 anni in dollari rende il 6,85% con un quotazione che meno di un mese fa stava sopra 97,70 centesimi e scesa in area 95,50; quella in pesos il 10,85%.

Quest’ultima a fine maggio offriva il 9,85%.

I bond messicani sono “investment grade”: rating BBB per S&P, BBB- per Fitch e Baa2 per Moody’s. Al di là delle paure per la postura con cui Sheinbaum si rapporterà rispetto alle istituzioni, c’è il sospetto che segua pedissequamente le politiche di Amlo e che questi, che nega, possa essere la sua ombra alla presidenza. Dalla sua elezione nel 2018, la spesa pubblica è cresciuta in rapporto al Pil e i deficit di bilancio, complice la pandemia, anche. La crescita economica non è stata esaltante, mentre le inefficienze statali sono state diverse.

Bond messicani con maggiore appeal

Tra l’altro c’è un enorme problema di sicurezza che grava sull’appeal del Messico come meta per gli investitori stranieri. Diecimila omicidi l’anno e un numero impressionante di persone scomparse limitano il potenziale di crescita. Basti pensare al turismo. I mercati sembrano cadere dal pero, come se da mesi non sapessero che la vittoria di Sheinbaum fosse scontata. Se è vero che i bond messicani cedono da inizio anno, il cambio ha accusato un duro colpo solo dopo le elezioni. Adesso, è ai minimi dagli inizi dello scorso anno. Le emissioni in valuta locale, oltre a rendere di più e in doppia cifra lungo la curva, sono diventate molto più appetibili per il tracollo dei pesos. Se Sheinbaum, che s’insedierà solo alla fine dell’anno, dovesse smentire i pessimisti, ci sarebbero margini di guadagno potenzialmente elevati.

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