Il Tesoro ha annunciato nei giorni scorsi il lancio di un nuovo CcTeu con scadenza 15 ottobre 2031, attraverso un concambio con oggetto cinque titoli di stato. Pur essendo meno noti e diffusi nei portafogli delle famiglie italiane, questi bond risultano di grande interesse per i segnali che lanciano al mercato obbligazionario. Essi offrono una cedola agganciata all’Euribor a 6 mesi, sul quale applicano uno spread. In base al rendimento esitato, ci consentono di trarre conclusioni sulle attese del mercato a proposito dell’evoluzione dei tassi d’interesse.

A tale fine abbiamo preso in considerazione il CcTeu 15 ottobre 2028 (ISIN: IT0005534984).

Confronto con bond cedola fissa

Questo titolo di stato è attualmente in circolazione sul mercato secondario per un controvalore nominale di 6,15 miliardi di euro. Ieri, la quotazione era di poco superiore alla pari: 100,32. Poiché offre uno spread dello 0,80% sull’Euribor a 6 mesi, il rendimento offerto al netto della componente tassi risultava dello 0,74%. Si confrontava con il 3,63% offerto dal BTp dicembre 2028. Questi ha una cedola fissa come la quasi generalità dei titoli di stato italiani. Ne desumiamo che il CcTeu 2028 offra al momento circa il 2,90% in meno di un bond omologo con cedola fissa.

Questa differenza coincide con il tasso Euribor a 6 mesi mediamente atteso da qui alla scadenza, cioè per i prossimi cinque anni e circa quattro mesi. Un mese fa, il CcTeu 2028 quotava appena sotto la pari e rendeva intorno allo 0,90% contro il 3,90% del bond con cedola fissa. A fine maggio, quindi, la differenza era nell’ordine del 3%. Da allora ha registrato solo un lieve calo. In ogni caso, esso implica che il mercato si attende tassi futuri un po’ più bassi. L’Euribor a 6 mesi viaggia ormai sopra il 3,90%, in direzione 4%. Ad inizio anno, era inferiore al 2,75%.

Per CcTeu taglio tassi graduale

Stando al CcTeu 2028, questo tasso sarà in media dell’1% più basso dei livelli attuali nei prossimi cinque anni e rotti.

Gli obbligazionisti scontano evidentemente un taglio dei tassi nel medio-lungo termine. Cosa non irrazionale, dato che l’inflazione nell’Area Euro prima o poi dovrebbe rientrare e magari scendere attorno al target BCE del 2%. Quando diciamo “in media”, vogliamo sottolineare che il dato che emerge capta un andamento possibilmente non così in discesa da qui al medio termine. Potrebbe accadere, ad esempio, che la BCE tagli i tassi tra qualche anno in misura drastica o che inizi da qui a breve in misura assai graduale.

Per avere qualche elemento in più, abbiamo deciso di analizzare anche il CcTeu 15 settembre 2025 (ISIN: IT0005331878). Questo bond, sempre al netto dell’Euribor a 6 mesi, rendeva ieri meno dello 0,25% contro quasi il 3,65% del BTp con cedola fissa. Lo spread del 3,40% risulta di mezzo punto percentuale inferiore al tasso di mercato attuale. L’allentamento monetario da qui ai prossimi due anni ci sarebbe, pur moderato. Anche in questo caso, tuttavia, parliamo di dato medio. La BCE potrebbe tenere i tassi invariati da qui ad un anno e tagliarli drasticamente subito dopo. Ma questo scenario non risulterebbe compatibile con quanto segnalato dal CcTeu 2028. Il taglio dei tassi sarà prudente, almeno nelle aspettative di chi investe oggi.

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