Il Cile ha emesso questa settimana un nuovo social bond, questa volta denominato in euro. L’importo offerto è stato di 1,6 miliardi, a fronte del quale le richieste degli investitori internazionali sono risultate pari a 2,75 volte (4,4 miliardi). L’obbligazione ha durata di sette anni, in quanto arriva a scadenza nel 2031. I proventi saranno utilizzati per finanziare programmi di istruzione, servizi sanitari, politiche per la casa e la sicurezza alimentare. Già nel corso del 2024 vi erano state due emissioni di social bond: a gennaio in dollari per 1,75 miliardi e a maggio in pesos cileni per 1.970 miliardi (1,94 miliardi di euro al cambio odierno).

Cedola e rendimento

Il social bond del Cile offre cedola fissa annuale lorda del 3,875% ed è stato prezzato a 99,777 centesimi, offrendo così un rendimento lordo del 3,912%. Questo è risultato a premio di 105 punti base sul tasso “midswap”, ben meno dei 130 punti ipotizzati con la guidance iniziale. Se confrontato con il BTp di pari durata, il rendimento cileno appare tutt’altro che generoso di questi tempi. Il premio rispetto all’Italia viaggia nell’ordine di appena 25 punti base o 0,25%.

Rating alti

C’è da dire, però, che i bond del Cile godono di valutazioni nettamente migliori da parte delle agenzie di rating: A per S&P, A- per Fitch a A2 per Moody’s. Il rischio di credito insito in questi giudizi è molto basso e inferiore a quello italiano. In effetti, se il debito pubblico italiano si attesta a circa il 140% del Pil, quello cileno viaggia sotto il 40%. Cento punti percentuali in meno. Poiché l’emissione è denominata in euro, il rischio di cambio per noi investitori dell’Eurozona non c’è. Ad ogni modo, il paese andino si espone in una valuta straniera. Per capire quali rischi corra, bisogna guardare alle sue riserve valutarie. Ad aprile, ammontavano a 43,9 miliardi di dollari, quasi il doppio del debito estero a breve termine (24,1 miliardi).

Tra l’altro la bilancia commerciale è strutturalmente in attivo, anche se le partite correnti esitano saldi negativi. Di fatto, nell’ultimo anno il cambio ha accusato un tracollo contro l’euro del 15%. Per cercare di risollevare la crescita economica, la banca centrale ha tagliato i tassi di interesse dall’11,25% al 5,75% contro un’inflazione ancora a maggio del 4,1%.

Bond Cile solidi, malgrado Boric

I rischi politici sono aumentati notevolmente negli ultimi anni. Nel 2019 il paese fu teatro di forti scontri di piazza con numerose vittime. Le elezioni del 2021 hanno portato alla presidenza Gabriel Boric, un giovane marxista con propositi preoccupanti per investitori internazionali e imprese. Complice l’assenza di una maggioranza al Congresso, ha dovuto ammorbidire il suo programma. Divenuto rapidamente impopolare, si è visto bocciata la riforma costituzionale tramite referendum. Nei fatti è considerato politicamente debole e anche per questo i bond del Cile restano solidi sui mercati.

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