Mercoledì 22 febbraio il Tesoro punta a raccogliere tra un minimo di 4,25 miliardi e un massimo di 5,25 miliardi di euro attraverso una nuova asta di titoli di stato. In offerta vi saranno due bond: il nuovo BTp short term e la 14-esima tranche del BTp€i a 10 anni (ISIN: IT0005482994). In questo articolo, vi presentiamo le caratteristiche salienti di entrambi, al fine di capire se possano rappresentare opportunità d’investimento convenienti.

Arriva nuovo BTp short term

Iniziamo proprio con il BTp short term, denominazione che sottintende un’obbligazione di stato della durata compresa tra 18 e 30 mesi.

Presenta scadenza in data 28 marzo 2025, per cui ha una durata iniziale di 25 mesi. Stacca su base annua una cedola lorda del 3,40%. Al netto dell’imposta, scendiamo al 2,98% circa. Poiché la prima data di pagamento sarà il 28 marzo, per allora l’obbligazionista avrà maturato 32 giorni di interessi su un semestre di 181 giorni. Pertanto, il Tesoro ha fatto presente che riconoscerà una mini-cedola dello 0,300552%. Ciò significa che su ogni 1.000 euro di capitale nominale sottoscritto, il versamento netto sul conto titoli sarà di 2,63 euro.

Il BTp short term da un lato offre una cedola interessante, dall’altro bisogna ammettere che vi sia il rischio che nei prossimi due anni il tasso d’inflazione medio in Italia risulti sopra il 3%. E, quindi, il bond non riuscirebbe a garantire la protezione del capitale dalla perdite del potere di acquisto.

BTp€i 2033, occhio al vero prezzo

Vediamo adesso il BTp€i a 10 anni, la cui scadenza si ha in data 15 maggio 2033. Qui, la cedola è di appena lo 0,10%. Ed è normale che sia così bassa. Si tratta di un titolo di stato indicizzato al tasso d’inflazione dell’Area Euro. La sua quotazione sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana è stamattina di poco superiore a 82 centesimi. Dunque, il rendimento lordo reale alla scadenza offerta risulta del 2,07%.

Esso si confronta con il 4,28% del BTp a 10 anni con cedola fissa. Pertanto, questo bond sconta un’inflazione media annua attesa per l’Area Euro del 2,20%.

Nel caso in cui si dubitasse del fatto che l’indice dei prezzi salga a questi ritmi e ci si aspettasse una crescita media più contenuta, il BTp€i 2033 non sarebbe un investimento opportuno. Viceversa, se credeste che l’inflazione nel prossimo decennio sarà persino superiore al 2,20%. Tenete a mente che il target BCE è e resta del 2%. Altro aspetto a cui prestare attenzione: su ogni 1.000 euro di BTp€i 2033 sottoscritto, dovrete versare un importo molto più alto degli 821 euro emersi dalla quotazione di mercato. Infatti, bisogna anche pagare la quota maturata di indicizzazione dall’emissione del 15 novembre 2021 alla data di sottoscrizione.

Per l’esattezza, il Tesoro ha fissato all’11,6% la percentuale da applicare sulla quotazione. Pagherete, ai prezzi di mercato mentre scriviamo, sui 91,65 centesimi, cioè 916,50 euro per ogni 1.000 euro nominali. Al netto del rateo da versare, s’intende. Perché questo sovrapprezzo? A differenza dei BTp Italia, che sono indicizzati all’indice FOI dell’ISTAT e che rivalutano il capitale ogni sei mesi, qui la rivalutazione avviene tutta alla scadenza. Questo implica che l’acquisto del bond sul mercato secondario debba riconoscere al venditore la quota parte di rivalutazione da questi maturata.

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