L’inflazione italiana nel mese di novembre è stata rivista in calo dall’Istat allo 0,7% annuale dallo 0,8% della lettura preliminare. A parte questa ulteriore variazione, c’è di certo che la crescita dei prezzi al consumo sia rallentata molto prima del previsto. Inevitabile sembrerebbe la perdita di interesse nei BTp Italia. Già nel mese di novembre il controvalore scambiato sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana risultava sceso di un terzo. Probabile che il trend negativo prosegua anche a dicembre, complici le festività.

Bond indicizzati in portafoglio prudente

E se vi dicessimo che questo è un atteggiamento scarsamente prudente? I BTp Italia sono bond del Tesoro indicizzati al tasso d’inflazione. Sono un po’ la copertura assicurativa contro il rischio carovita. Voi togliereste dalla polizza la copertura contro furto e incendio solo perché da qualche mese nei vostri paraggi non sono state rubate auto? E’ lo stesso ragionamento che dovremmo fare con questi titoli di stato particolari.

In un portafoglio differenziato, la presenza dei BTp Italia dovrebbe sempre esserci, pur con una percentuale minoritaria. Anche perché solitamente l’inflazione arriva senza suonare prima la tromba. E’ accaduto tra la fine del 2021 e gli inizi dello scorso anno, può accadere in qualsiasi altro momento tra tensioni geopolitiche che generano interruzioni nelle catene di produzione e carenza di offerta di materie prime.

Allo stato attuale, l’inflazione italiana attesa in media nei prossimi cinque anni risulta non solo inferiore al target del 2% della Banca Centrale Europea, ma persino sotto l’1%. Per l’esattezza, essa è dello 0,80%. Tanto vale la differenza tra il rendimento del bond con cedola fissa a 5 anni e il rendimento reale del BTp Italia 22 novembre 2028 (ISIN: IT0005517195). Pensate che questa stessa differenza era dell’1,60% esattamente due mesi fa. Allora, i prezzi dei bond erano scesi ai minimi.

BTp Italia più interessanti con bassa inflazione attesa

Dunque, aspettative d’inflazione dimezzate in appena due mesi per il medio-lungo termine.

Ciò indurrebbe alcuni di noi ad ignorare i BTp Italia in fase di investimento, mentre è proprio adesso che questi bond diventano appetibili. Pensateci un attimo. Se solo l’inflazione italiana salisse nella media del prossimo lustro sopra lo 0,80%, avremmo fatto bene a comprarli. E si tratta di una percentuale da battere così bassa, che ci stupiamo che il mercato sconti un simile valore. Considerate che nel decennio pre-Covid, quando eppure l’inflazione italiana fu bassissima, in media si attestò all’1% all’anno.

In pratica, il costo della “polizza” ve lo ripaghereste con poco. E se proprio dovessimo scommettere sull’andamento dei prezzi al consumo nei prossimi anni, lo faremmo paventando il rischio di un loro aumento più veloce delle attese. La fine della globalizzazione così come la abbiamo conosciuta aumenterà stabilmente i costi di produzione con impatto sui prezzi finali. Al netto di ogni altra considerazione, tanto basterebbe per non snobbare i BTp Italia.

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