Il tanto atteso bond ibrido di Enel ha finalmente fatto il suo esordio sul mercato obbligazionario. A ritardare l’operazione è stata la volatilità del mercato manifestatasi nel corso dell’estate, sui timori legati a una riduzione del programma di stimolo della Federal Reserve che non ha permesso al colosso energetico italiano di cogliere le migliori condizioni di rendimento. Ma ora sembra che i numeri siano stati definiti con soddisfazione, soprattutto dopo l’approvazione dei conti semestrali, al punto che gli ordini che sono stati raccolti per il nuovo ibrido di Enel provengono da tutto il mondo e hanno abbondantemente superato di cinque volte l’offerta.

L’emissione subordinata, del resto, era stata annunciata da tempo dall’utility italiana quale misura per mettere in sicurezza il rating e rafforzare la propria posizione di bilancio. Così, l’emissione ibrida fortemente voluta dal colosso elettrico italiano segue con successo quella lanciata questa primavera da Telecom Italia, avrà durata fino al gennaio 2074 per un importo di 1.250 milioni di euro, ma sarà rimborsabile a partire dal 2019 a discrezione della società.

 

Obbligazioni Enel 6,75% 2074, caratteristiche dell’emissione

 

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La nuova emissione obbligazionaria Enel (Isin XS0954675129) è di tipo subordinato e si distingue in due parti: una in euro (la più corposa) e una in sterline. La tranche in euro del bond ibrido a 60 anni è stata lanciata con un rendimento del 6,75%, a fronte di indicazioni iniziali di rendimento in area high 6%. Il prezzo di offerta è stato fissato a 98,956 per un coupon annuale del 6,50% staccabile il 10 settembre. L’importo dell’emissione in valuta comune è stato fissato a 1,25 miliardi di euro mentre quello dalla parte britannica si attesta a 400 milioni di sterline e offrirà un rendimento dell’8%. Il prezzo di offerta è stato fissato a 99,698 per un coupon annuale del 7,75% (Isin XS0954674825). Gli ordini rispettivamente raccolti si attestano a 5 miliardi di euro e hanno interessato tutti gli investitori istituzionali e qualificati del mondo, quindi principalmente fondi d’investimento e banche.

La scadenza del bond Enel ibrido è stata fissata al 10 gennaio 2074 e per la parte in euro l’emissione è callable ogni 5 anni a partire dal 10 gennaio 2019, cioè potrà essere richiamato anticipatamente a 100. L’emissione in euro – come indicano gli operatori che hanno seguito il collocamento – è caratterizzata da un primo step-up della cedola in data 10 gennaio 2024 pari a 25 punti base, mentre una seconda maggiorazione da 75 centesimi scatta in data 10 gennaio 2039. L’operazione in sterline è stata guidata da Barclays, Bnp Paribas, Deutsche Bank, Hsbc, Jp Morgan, Rbs, Santander e Ubs, mentre quella in euro è stata  capitanata da Banca Imi, Bbva, Bnp Paribas, Credit Agricole Cib, Deutsche Bank, Ing, JP Morgan, Mediobanca, Natixis, Societe Generale e UniCredit. L’emittente vanta come rating “Baa2” da Moody’s, “‘Bbb”‘ da S&P e “Bbb+” da Fitch (con outlook rispettivamente di “negativo”,”stabile” e “negativo”). Per l’emissione subordinata lanciata oggi – come riporta Il Sole 24 Ore – è attesa invece una valutazione di merito di “Ba1” da parte di Moody’s, “Bb+” da S&P’ e “Bbb-” da Fitch. [fumettoforumright]L’obiettivo sarà recuperare provvista per finanziare le esigenze del gruppo e prendere un po’ di tempo sul debito – che la società conta di ricondurre sotto quota 37 miliardi nel 2017 – in attesa di accelerare sul piano di dismissioni da 6 miliardi di euro in due anni. All’inizio di giugno il gruppo guidato da Fulvio Conti aveva avviato il road show sulle maggiori piazze internazionali, Stati Uniti inclusi, dopo aver appunto incassato il via libera delle agenzie di rating. “Pensiamo che il bond potrà avere una buona accoglienza, perché ha rendimenti appetibili per gli investitori di lungo periodo”, aveva spiegato allora il numero uno Conti. Enel, va detto, ha già coperto le scadenze delle emissioni esistenti fino a tutto il 2016.