Non sono sedute facili per i bond in dollari di El Salvador, i cui prezzi continuano a scivolare senza sosta apparente. La scorsa settimana, la scadenza a 10 anni, 10 aprile 2032 con cedola 8,25% (ISIN: XS0146173371), si acquistava per qualcosa come 63,50 centesimi, offrendo un rendimento lordo del 18,55%. Quando a settembre Bitcoin divenne valuta legale ufficiale, lo stesso bond quotava sui 90 centesimi e rendeva poco più del 10,20%. In questi tre mesi, lo spread con il Treasury di pari durata è praticamente raddoppiato da circa 890 a oltre 1.710 punti base.

Pensate che alla fine di aprile, il decennale di El Salvador esibiva una quotazione in area 113. Il crollo è stato verticale e secondo molti sarebbe legato all’annuncio prima del presidente Nayib Bukele di adottare Bitcoin come valute legale e a quello del 20 novembre scorso di creare una Bitcoin City, finanziata per metà dall’emissione di una decina di obbligazioni sovrane, di cui la prima debutterà all’inizio del 2022.

Per quello che sarà il funzionamento di questi titoli, essenziale si rivela l’andamento della “criptovaluta” sul mercato. Metà dei capitali raccolti con le emissioni saranno utilizzati proprio per acquistare Bitcoin, i quali saranno rivenduti dopo 5 anni. L’eventuale plusvalenza così ottenuta sarebbe girata agli obbligazionisti. A tradire nelle ultime settimane è stato proprio il mercato crypto, con Bitcoin sceso del 20% rispetto al massimo storico toccato a novembre sopra i 69.000 dollari.

Bond “vulcano” di El Salvador alla luce del tonfo di Bitcoin

Perché gli obbligazionisti sono preoccupati e vendono i bond di El Salvador? Anzitutto, perché Bukele ha praticamente annunciato emissioni per 10 miliardi di dollari negli anni, pari al 40% del PIL attuale. Secondariamente, così facendo espone i conti pubblici alla volatilità delle crypto: se i prezzi scenderanno sotto i livelli di acquisto, come saranno rimborsati i bond? Terzo, la Federal Reserve si sta mostrando più restrittiva e ciò sta facendo ripiegare i rendimenti dei bond emergenti.

Infine, il Fondo Monetario Internazionale non ha gradito e minaccia di non concedere al paese il prestito da 1,3 miliardi su cui il governo tratta da tutto quest’anno.

L’attuale calo dei prezzi di Bitcoin sarà un’opportunità o un rischio per gli obbligazionisti che acquisteranno i cosiddetti bond “vulcano”? Dipende da come lo si percepisce. Se si crede che possa costituire un’opportunità di acquisto in previsione di un ennesimo rally, bisogna ammettere che l’appeal delle obbligazioni risulta accresciuto. Viceversa, se vi s’intravede una caduta strutturale, legata magari al futuro atteso rialzo dei tassi USA, prevale la percezione del rischio e, quindi, la tendenza a restarne fuori. Non dimentichiamo che se davvero Bitcoin tendesse a 1 milione di dollari nei prossimi anni, il rendimento medio annuo dei bond ad esso legati s’impennerebbe al 146%, stando ai calcoli di Blockstream.

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