Sarà in emissione da lunedì 26 febbraio a venerdì 1 marzo il terzo BTp Valore, stavolta con scadenza nel 2030. Avrà durata di sei anni, un anno in più del bond in collocamento nell’ottobre scorso e due in più del primo di giugno 2023. In cambio, offrirà un premio fedeltà più alto: 0,70% contro lo 0,50% fissato alle due emissioni precedenti. Anch’esso, poi, staccherà cedole con periodicità trimestrale come per la scadenza a 5 anni collocata sul mercato meno di quattro mesi fa. Infine, il Tesoro ci ha fatto sapere che la progressione del tasso di interesse sarà nel formato “3+3”: un primo tasso valido per i primi tre anni, seguito da un altro più alto per il restante triennio.

Rendimenti giù, titoli di stato ancora appetibili

Il BTp Valore 2030 sarà un bond retail destinato esclusivamente, cioè, agli investitori individuali o cosiddette “famiglie”. Le due emissioni precedenti raccolsero complessivamente 35,5 miliardi di euro. Quella di giugno superò tutti i record precedenti con riferimento alle prenotazioni da parte degli investitori non istituzionali. Andrà bene anche stavolta? I rendimenti sono scesi parecchio da metà ottobre, ragione per cui è probabile che i titoli di stato stiano già perdendo parte dell’appeal guadagnatosi negli ultimissimi anni.

Resta il fatto che non esistano asset altrettanto sicuri e capaci di offrire rendimenti netti di pari livello, a parità di durata. Dopodiché, per il BTp Valore 2030 è verosimile che il Tesoro fissi cedole un po’ superiori al rendimento di mercato del bond ordinario a sei anni. Se guardiamo alle due emissioni precedenti, notiamo che il BTp Valore giugno 2027 rende poco meno del 3,40% contro poco più del 2,95% del titolo con cedola fissa fino alla scadenza. E il BTp Valore ottobre 2028 offre il 3,55% contro meno del 3,15%.

BTp Valore 2030, atteso un premio all’emissione

In altre parole, questi bond retail incorporano nei prezzi un premio nell’ordine dello 0,40% o anche più rispetto alle emissioni ordinarie.

Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che il mercato sia meno propenso ad inserire in portafoglio titoli con cedole crescenti. Questa tipologia, poi, resta esclusa dagli acquisti della Banca Centrale Europea (BCE). La minore domanda istituzionale genera per l’appunto prezzi relativamente depressi. Stando così le cose, a fronte di un rendimento in area 3,30% della scadenza a sei anni, ci aspetteremmo che il BTp Valore 2030 offra qualcosa di più in partenza, magari anche più del 3,50% alle attuali condizioni di mercato.

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