Il piano Erdogan non funziona e i bond della Turchia collassano

Il piano "salva risparmi" voluto e annunciato dal presidente Erdogan non sta risparmiando perdite ai bond sovrani della Turchia.
3 anni fa
1 minuto di lettura
Bond Turchia al collasso

All’inizio della scorsa settimana, la lira turca crollava ai minimi storici contro il dollaro, portandosi a un cambio di 18,36. Il presidente Erdogan correva ai ripari con l’annuncio di un piano “salva risparmi”, che avrebbe contribuito significativamente a foraggiare un rally immediato e incredibile del 35% del cambio. A distanza di pochi giorni, però, gli stessi bond sovrani della Turchia rivelano che il mercato si fiderebbe assai poco di quel piano.

Ieri, il rendimento a 10 anni era salito in area 24,9%.

Era sotto il 20% fino a cinque settimane fa. Il rendimento a 2 anni supera il 23%, quando a metà novembre stava al 17%. Il mercato obbligazionario sta lanciando segnali chiarissimi: la strategia di Ankara di tagliare i tassi d’interesse con l’alta inflazione e sperare che il cambio torni a rafforzarsi non avrà successo. In effetti, ieri per un dollaro sono arrivate a servire più di 13 lire. Piano piano, il rally delle prime sedute successive all’annuncio sta disfacendosi. E la ragione è evidente: poiché la Turchia non riuscirà a domare l’inflazione tagliando i tassi, meglio vendere lire e bond.

Bond Turchia, rendimenti alti e non appetibili

Nemmeno a questi rendimenti le obbligazioni sovrane diventano appetibili. Pensate solamente che quest’anno il cambio perde oltre il 40%. Per un investitore straniero che un anno fa avesse acquistato un decennale turco al 12,5%, le perdite ammonterebbero quasi al 30%. Gli stessi investitori domestici trovano poco conveniente acquistare bond sovrani, quando l’inflazione a dicembre è attesa finanche sopra il 30%. E, soprattutto, di questo passo i prossimi mesi rischiano di essere pesanti per la stabilità dei prezzi.

Non a caso, il collasso sta riguardando in misura molto minore i bond della Turchia in dollari ed euro. La scadenza in euro a 5 anni si aggira intorno alla pari, pur perdendo oltre il 6% in un mese e mezzo. Sembra che gli investitori domestici si siano messi a caccia di asset in valute straniere forti per cercare di mantenere inalterato il potere d’acquisto dei risparmi.

Ma l’assottigliamento delle riserve valutarie, già molto negative al netto degli swaps e delle esposizioni con le banche nazionali, invita alla massima prudenza anche in questo caso. Oltretutto, il piano “salva risparmi” maschera un rialzo dei tassi a carico dei contribuenti, accrescendo i rischi fiscali.

[email protected] 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Buoni fruttiferi postali aggiornamento tassi
Articolo precedente

5 buoni fruttiferi postali serie Q/P incassati alla scadenza: chiesti e ottenuti interessi più alti

Andare in pensione con Quota 102 si può senza requisiti ma pagando: ecco come
Articolo seguente

Quota 102, nuova pensione anticipata: requisiti anagrafici e contributivi