Una dozzina di anni fa il Portogallo era insieme alla Grecia tra gli appestati d’Europa sui mercati finanziari e tra le cancellerie internazionali. Aveva da poco chiesto aiuto alla Troika (UE, BCE e FMI) per ottenere prestiti con cui evitare il default e l’economia era al collasso. Già nel 2014, tuttavia, tra lo scetticismo generale usciva dall’assistenza finanziaria e iniziava a camminare con le sue gambe. Negli anni successivi avrebbe stupito positivamente tutti per via dei risultati straordinari conseguiti, un caso più unico che raro nel panorama mondiale.

Oggi, i bond del Portogallo sono i più ambiti dell’Eurozona dopo quelli “core” della Germania e degli altri pochi stati con rating tripla A, nonché subito dopo la Francia. Se gli Oat a 10 anni offrono attualmente poco più del 3,10%, gli omologhi lusitani rendono appena lo 0,10% in più.

Spread basso, rating alti e debito sotto 100%

In pratica, i bond del Portogallo vantano uno spread nell’ordine dei 60 punti base, contro i 130 dei nostri BTp. Battono anche la Spagna, che viaggiano attorno a uno spread di 70 punti. Nessuno avrebbe scommesso su un esito così positivo della breve e intensa stagione di riforme abbracciata dopo il bail-out del 2011. I numeri non hanno bisogno di spiegazioni. Lo scorso anno, Lisbona ha chiuso con un avanzo di bilancio all’1,2% del Pil (l’Italia registrava un deficit del 7,2%) e un debito pubblico sceso al 99,10%. La crescita economica è stata del 2,3% e anche quest’anno si manterrà moderata, all’1,7%.

Grazie a questi dati, i rating dei bond del Portogallo sono medio-alti: A- per S&P e Fitch, A3 per Moody’s. La scorsa settimana, il Tesoro lusitano ha emesso il nuovo trentennale con scadenza 12 giugno 2054 e cedola 3,6250% (ISIN: PTOTE30E0025). Il titolo tratta oggi a 97,70 centesimi e, secondo i nostri calcoli, offre così un rendimento lordo in area 3,80%.

Può sembrare poco allettante, considerando che il BTp a 30 anni viaggia a un rendimento sopra il 4,40%. Come spiegato sopra, però, si tratterebbe di inserire in portafoglio asset dalla qualità più alta. In teoria, sarebbero esposti di meno alle intemperie dei mercati in caso di crisi.

Quattro bond perpetui

Sapevate che ci sono bond del Portogallo senza scadenza, vale a dire i cosiddetti perpetui? Ne esistono ben quattro, anche se per importi ormai risibili. La loro emissione risale agli anni Quaranta, in piena Seconda Guerra Mondiale. All’epoca c’era ancora il governo di Antonio Oliveira de Salazar. Offrono cedole fisse lorde che vanno dal 2,75% al 4%. I prezzi di mercato di questi titoli sono tutti sotto la pari, anche se negli anni passati avevano persino raggiunto quota 100. Viaggiano al momento tra 71 e 96 centesimi, offrendo rendimenti che vanno grosso modo dal 3,90% al 4,40%.

Essendo senza scadenza, questi bond del Portogallo potrebbero non essere mai rimborsati. D’altra parte, possono sempre essere rivenduti sul mercato secondario. Il problema sarebbe trovare potenziali acquirenti. I volumi di scambio sono bassi, a conferma che il rischio principale per questi strumenti consisterebbe nella loro scarsa liquidità.

Bond Portogallo resilienti a scossone politico

Per oltre otto anni, cioè da fine 2015 agli inizi del mese scorso, il paese è stato governato dal premier socialista Antonio Costa. Il successore di centro-destra, Luis Montenegro, si è insediato dopo la vittoria alle elezioni anticipate di marzo, a capo di un governo di minoranza. Nei fatti, deve confidare nel benevolo sostegno della destra di Chega! per andare avanti. Lo scossone politico non ha smosso i bond del Portogallo, che continuano a godere della fiducia dei mercati. Anzi, questi adesso si aspettano una svolta ancora più pro-business di Lisbona.

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