Al G7 in Puglia di un mese fa, gli stati occidentali si sono messi d’accordo per sostenere l’Ucraina con un piano un po’ più soft rispetto a quello preteso fino ad allora dagli Stati Uniti. Nessuna confisca ufficiale degli asset russi, ma utilizzo dei loro rendimenti come garanzia per emettere un prestito a favore di Kiev da 50 miliardi di dollari. In questi giorni, apprendiamo tramite Bloomberg che l’Arabia Saudita avrebbe minacciato di vendere bond degli stati del G7 (europei e non solo, quindi) nel caso di confisca degli asset russi.

Minaccia saudita efficace

A quanto pare, la minaccia sarebbe risultata efficace se è vero che i governi hanno optato per una soluzione alternativa. Riad è un grosso investitore sui mercati internazionali, bond europei compresi. Detiene riserve valutarie per 445 miliardi di dollari, a cui vanno sommati circa 1.000 miliardi del fondo sovrano (PIF). Di questi, 130 miliardi sono investiti in Treasuries degli Stati Uniti. E pare anche che la minaccia fosse stata rivolta particolarmente alla Francia, i cui bond sono da settimane sotto pressione per via delle tensioni politiche interne. Chissà che proprio il regno non ci stia mettendo del suo con la vendita di cospicui pacchetti.

Ciò contribuisce a spiegare la prudenza delle cancellerie del Vecchio Continente rispetto alla posizione di Washington. Non sarebbe stata solo una questione giuridica, bensì di preoccupazione riguardo all’impatto che la decisione avrebbe potuto avere sui bond europei. Riad è alleata della Russia di Vladimir Putin e sempre meno dell’Occidente. Probabile che la sua minaccia non sia stato solamente un gesto di solidarietà verso Mosca, quanto volta a scongiurare un pericoloso precedente per il sistema finanziario internazionale. La stessa potenza petrolifera è stata negli anni passati redarguita pesantemente proprio dall’attuale presidente Joe Biden, a seguito della barbara uccisa del giornalista e oppositore della Famiglia Reale, Jamal Khashoggi.

Bond europei in balia di potenze ostili

L’avvenimento rimarca una debolezza di fondo per i bond europei. Siamo portati a credere di disporre di risorse più che sufficienti per sostenere i nostri buchi di bilancio sempre più larghi, ma nei fatti siamo diventati in misura crescente dipendenti da potenze straniere e potenzialmente ostili sul piano geopolitico. Se la Casa Bianca vuole usare il dollaro come arma per fiaccare il nemico, dai cosiddetti Brics emerge una volontà pari e contraria ai danni delle nostre economie. E c’è da scommettere che proprio il presidente francese Emmanuel Macron si mostrerà più prudente nelle sue dichiarazioni future su Mosca. Dai mercati i segnali non sono rassicuranti, ha da poco scoperto di non essere immune dai rischi finanziari che pensava fossero esclusiva del Sud Europa.

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