Il colosso americano delle vendite online Amazon ha pubblicato il prospetto nel quale rende nota l’intenzione di emettere nuove obbligazioni per un controvalore complessivo di 12,75 miliardi di dollari. L’emissione avverrà tramite sette tranche, di cui quella più lunga con durata di 40 anni. Alcune di esse saranno “callable”, vale a dire che la società potrà decidere di rimborsarle anticipatamente e a sua discrezione.

L’ultima emissione di obbligazioni Amazon risale al maggio dello scorso anno e fu di 18,5 miliardi di dollari.

Anche allora vi fu una tranche a 40 anni, la quale esitò un rendimento di 95 punti base superiore al Treasury a 30 anni. Stavolta, le indiscrezioni riportano un rendimento a +155 punti base. Del resto, gli spread si stanno innalzando negli ultimi mesi, dato il restringimento delle condizioni monetarie sul mercato americano.

Cosa farà Amazon con i capitali raccolti? Probabilmente, finanzierà il piano di riacquisto delle azioni proprie da 10 miliardi annunciato a marzo. Sempre a marzo, poi, la società annunciò lo “split” delle azioni nel rapporto di 20:1. Entrambe le notizie hanno spinto il titolo in borsa, che era sprofondato del 28% dai massimi del novembre scorso. Pur in ripiegamento da fine marzo, continua a guadagnare l’11% da quel giorno.

Obbligazioni Amazon “callable”, ecco i rischi

Le obbligazioni Amazon godono di rating elevati: AA per S&P, AA- per Fitch e A1 per Moody’s. Il rischio di credito teorico è bassissimo, anche perché parliamo di una società che nel 2021 ha maturato un utile netto di 33 miliardi e disponeva a fine dicembre di 96 miliardi di liquidità, a fronte di debiti a lunga scadenza di neppure 49 miliardi. Con un premio in area 155 bp, la tranche a 40 anni offrirebbe al mercato intorno al 4,35%. Un rendimento evidentemente ghiotto, sebbene per un investitore dell’Eurozona esiste, anzitutto, il rischio di cambio. Un eventuale deprezzamento del dollaro contro l’euro ridurrebbe il valore sia del capitale che delle cedole periodicamente corrisposte.

E ci sono altri rischi dell’investimento, neppure così bassi come crediamo. Non è la prima volta che siano emesse obbligazioni Amazon a 40 anni. Nel 2017 ve ne fu una tranche con cedola 4,25%, anch’essa “callable”. Pochi mesi dopo, la società decise di rimborsarla e così gli investitori si ritrovarono senza gli interessi preventivati per i successivi decenni. Viceversa, l’emissione del 2020 avvenne con cedola 2,7% e attualmente prezza sui 75 centesimi e offre il 4%. Guarda caso, con tassi in risalita Amazon non ci pensa proprio a rimborsarla, così come non lo sta facendo con la scadenza 2061 e cedola 3,25%, che oggi prezza a meno di 84 centesimi.

Le obbligazioni Amazon “callable” presentano il cosiddetto rischio di reinvestimento. Se i tassi scendono, l’emittente ritiene conveniente prendere a prestito nuovi capitali a costi più bassi e rimborsare quelli precedenti. Se i tassi salgono, le quotazioni scendono e l’obbligazionista trova difficile rivenderle, dovendosi assumere una perdita; per contro, l’emittente non si avvarrà della facoltà di rimborso anticipato. In sintesi, le “callable” creano un rischio asimmetrico tra le parti e a sfavore dell’obbligazionista.

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