Sarà tra un minimo di 8,5 e un massimo di 10 miliardi di euro l’importo che il Ministero di economia e finanze cercherà di raccogliere mercoledì 13 luglio con l’asta dei titoli di stato a medio-lungo termine. Quattro le tranche in emissione, tra cui la prima del nuovo BTp a 3 anni. Scadenza 15 settembre 2026, offrirà cedola fissa annuale lorda del 3,85%, corrisposta su base semestrale. L’importo offerto in questo caso sarà compreso tra 4 e 4,5 miliardi. E da qui al prossimo 15 settembre, data di pagamento della prima cedola, l’obbligazionista maturerà un rateo attivo corrispondente a 60 giorni su un semestre di 184 giorni.

Esso sarà pari allo 0,627717% del capitale nominale investito.

Ventaglio di offerte a medio-lunga scadenza

Al netto dell’imposta del 12,50%, la cedola annuale sarà di circa il 3,37%. In teoria, potrebbe risultare sufficiente a coprire l’inflazione media del triennio. Pertanto, l’investimento per durata e condizioni offerte si rivela interessante per le famiglie. In base ai rendimenti vigenti sul mercato secondario, è probabile anche che il nuovo BTp a 3 anni esiti un prezzo di aggiudicazione leggermente sotto la pari. In pratica, lo potreste prenotare a poco meno del suo valore nominale.

E passiamo al BTp a 7 anni, scadenza 15 giugno 2030 e cedola 3,70% (ISIN: IT0005542797). In emissione vi sarà la settima tranche per 2,5-3 miliardi. Attualmente, questo bond tratta in area 97,80 centesimi sul mercato secondario, offrendo un rendimento lordo del 4,10%. Va da sé che questi appaia più allettante del precedente, sebbene a fronte di una durata di ben quattro anni maggiore. Ad ogni modo, chi volesse puntare su questa scadenza dovrebbe tenere in considerazione l’asta di mercoledì, in quanto potrebbe essere tra le ultime occasioni per investire a così alti rendimenti.

E c’è anche l’ottava tranche del BTp a 15 anni, scadenza 1 marzo 2038 e cedola 3,25% (ISIN: IT0005496770) per 1-1,25 miliardi. In questo caso, il prezzo di mercato risulta inferiore a 86,50 centesimi per un rendimento di quasi il 4,60%.

Si tratta di un bond a lungo termine, ideale solamente per coloro che avessero liquidità disponibile di cui potersi privare anche per un periodo prolungato senza conseguenze negative per il bilancio familiare. In uno scenario di discesa dei tassi, questo titolo avrebbe buoni margini di risalita del prezzo. Ciò consentirebbe all’obbligazionista di disinvestire con profitto.

Ex trentennale, stessa cedola del BTp a 3 anni

Infine, la dodicesima tranche del BTp 1 settembre 2049 e cedola 3,85% (ISIN: IT0005363111) per 1-1,25 miliardi. Questo ex trentennale debuttò sul mercato sovrano agli inizi del 2019 in condizioni simili a quelle odierne. Ma allora i rendimenti furono alti a causa delle forti tensioni politiche tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici. Erano i mesi del primo governo Conte.

Il titolo tratta a meno di 90 centesimi e offre circa il 4,60% lordo all’anno. Valgono le considerazioni espresse per il BTp a 15 anni. Qui, l’appeal speculativo è ancora più forte. Pensate che la quotazione massima toccata agli inizi del 2020 sfiorò 160. Pur essendo altamente improbabile che possa mai tornare a quei livelli, questi numeri ci fanno capire quali sarebbero le potenzialità di crescita in uno scenario di discesa dei tassi d’interesse.

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