Martedì 10 settembre il Ministero di Economia e Finanze ha emesso la prima tranche del nuovo BTp a 30 anni. Lo ha fatto ricorrendo a un collocamento sindacato, cioè tramite un apposito consorzio bancario composto da Barclays, Bnp Paribas, Bank of America, Citibank e Société Générale in qualità di lead manager, nonché dagli Specialisti in titoli di stato. Ha così raccolto 8 miliardi di euro, a fronte dei quali la domanda è stata di ben 131 miliardi. Un buon segnale per il governo in questo ultimo scorcio dell’anno.

Cedola e prezzo di emissione

Il nuovo BTp a 30 anni avrà scadenza in data 1 ottobre 2054, esattamente un anno più tardi dell’attuale “benchmark”. Offre cedola annuale lorda del 4,30%, corrisposta su base semestrale. Considerate che l’attuale cedola del trentennale è del 4,50%. Il prezzo esitato è stato di 99,789 centesimi, per cui il rendimento annuale lordo alla scadenza sarà inizialmente del 4,359%. Esso risulta a premio rispetto al BTp 2053 di 14 punti base o 0,14% sulla base della chiusura di ieri delle negoziazioni sul Mercato Obbligazionario Telematico di Borsa Italiana.

Mini-cedola già l’1 ottobre?

La data di godimento è stata fissata per martedì 17 settembre. Da quel giorno l’obbligazionista maturerà gli interessi cedolari. Non sappiamo ancora se l’1 ottobre prossimo, quando formalmente avverrebbe lo stacco della prima cedola, questa sarà ugualmente erogata, pur in formato mini. Non risultano al momento comunicazioni in tal senso da parte del Tesoro. Se così, essa sarebbe pari allo 0,16448% del capitale nominale, corrispondente a 14 giorni di possesso su un semestre teorico di 183 giorni.

Il nuovo BTp a 30 anni non sarà la scadenza più longeva vigente sul mercato secondario. Ci sono altri due bond del Tesoro di durata residua maggiore: il BTp 2067 e il BTp 2072. Trattasi dei BTp a 50 anni, ribattezzati dai media anche “Matusalemme”. Al netto della ritenuta fiscale del 12,50%, la cedola annuale scende al 3,7625%.

Considerata la bassa inflazione italiana di questi mesi e attesa nei prossimi anni, resterebbe allettante. L’investitore avrebbe altresì modo di rivendere il titolo ben prima della scadenza, magari per approfittare di un eventuale apprezzamento con il calo dei rendimenti.

Nuovo BTp 30 anni, possibile calo del rendimento

A tale proposito, oggi la Banca Centrale Europea dovrebbe tagliare i tassi di interesse per la seconda volta e sempre dello 0,25%. La decisione è insita nei prezzi dei bond. Tuttavia, se l’allentamento della politica monetaria nei prossimi mesi fosse confermato, probabile che il comparto obbligazionario ne beneficerebbe ulteriormente. E per quanto riguarda l’Italia, resta probabile un restringimento degli spread lungo la curva dei tassi. Le scadenze più lunghe, perlomeno in teoria, sarebbero le principali beneficiarie di un eventuale rialzo dei prezzi. Il nuovo BTp a 30 anni offre oltre l’1% in meno rispetto al picco toccato da questa scadenza nell’ottobre dello scorso anno. Il rendimento medio nell’ultimo decennio è stato compreso tra il 3,05% e il 3,07%. Margini di discesa, dunque, ve ne sarebbero nel medio termine.

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