Si è concluso anche il secondo giorno di collocamento del nuovo BTp Valore con scadenza 5 marzo 2030 (ISIN: IT0005583478), che ha visto gli ordini salire a 11,05 miliardi di euro, inclusi i 4,61 miliardi della prima giornata. Il successo anche di questa emissione in corso testimonia la ricerca di asset fruttiferi e a basso rischio da parte delle famiglie italiane. Ma non è l’unico bond da poter inserire in portafoglio per una durata simile. Restando sul mercato sovrano italiano, abbiamo anche il BTp Italia 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005497000).

Debuttò sul mercato meno di due anni fa e anche in quel caso gli ordini furono complessivamente elevati (9,44 miliardi di euro, inclusi gli investitori istituzionali), per quanto non paragonabili al successo dei BTp Valore.

Come funzione il BTp Italia 2030

Il BTp Italia 2030 è un bond con cedola semestrale dello 0,80% agganciata al tasso d’inflazione Foi dell’Istat. In pratica, questo titolo di stato di semestre in semestre offre quel tasso cedolare minimo a cui sommare l’eventuale aumento percentuale dei prezzi al consumo. Nel periodo di alta inflazione da cui siamo appena usciti, si è rivelato un buon strumento per proteggere il capitale dalla perdita del potere di acquisto.

Nuovo BTp Valore 2030 in sintesi

Quale bond scegliere tra il nuovo BTp Valore e il BTp Italia 2030? Cerchiamo di arrivarci attraverso un’analisi dei rendimenti prospettati. Il primo stacca cedole trimestrali per un tasso annuo lordo del 3,25% per il primo triennio e del 4% dal quarto al sesto anno. Il rendimento medio annuo lordo è del 3,6250%, a cui sommare il premio fedeltà una tantum dello 0,70%. Questi sarà riconosciuto alla scadenza solo ai sottoscrittori che avranno mantenuto il titolo in portafoglio fino alla fine. Grosso modo, su base annua l’investitore potrà confidare in un 3,70% lordo.

Concetto di inflazione-limite

E il BTp Italia 2030? Ieri, si acquistava sul mercato secondario a 94,75 centesimi. In base a tale quotazione, il rendimento reale alla scadenza risultava del 2,55%.

Questo sarebbe, cioè, il rendimento nel caso in cui l’inflazione italiana da qui alla data di rimborso risultasse in media sempre nulla. Il BTp marzo 2030 con cedola fissa offriva nelle stesse ore il 3,45%, cioè lo 0,90% in più. Dunque, basterebbe che l’inflazione mediamente fosse superiore allo 0,90% nei prossimi sei anni per ottenere rendimenti superiori con il bond indicizzato.

Se il confronto lo effettuassimo con il nuovo BTp Valore, l’inflazione-limite dovrebbe essere all’incirca dell’1,10%. Oltre tale soglia, il BTp Italia 2030 risulterebbe più conveniente. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo per capire quale possa essere davvero l’inflazione italiana nei prossimi anni. Siamo passati da prezzi tendenzialmente in calo con la pandemia al boom dell’inflazione nel biennio 2022-2023. Attualmente, il dato è sceso sotto l’1% e dovrebbe restare sotto il target del 2% della Banca Centrale Europea anche nei prossimi mesi.

BTp Italia 2030 sottovalutato?

Tuttavia, una cosa ci sentiamo di dirla. Lo stesso mercato sconta livelli d’inflazione nell’Eurozona ben più alti, per quanto moderati. Ciò ci spinge a ritenere che, probabilmente, l’inflazione italiana sia al momento un po’ sottostimata. Se così, il BTp Italia 2030 starebbe prezzando un po’ a sconto, ossia offrendo un rendimento reale allettante. Anche il nuovo BTp Valore resta senz’altro interessante, specie se effettivamente ci dirigessimo in anni di bassa inflazione come predetto dal mercato.

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