La scorsa settimana, la Commissione europea ha raccolto altri 7 miliardi di euro con l’emissione di un nuovo Eurobond della durata di dieci anni (ISIN: EU000A3K4ES4) attraverso il secondo collocamento sindacato dell’anno. L’obbligazione arriva a scadenza in data 4 dicembre 2034. Offre cedola annuale lorda del 3% ed è stata prezzata a 99,754 centesimi. Pertanto, ha offerto inizialmente un rendimento lordo del 3,028%. Altissima la domanda: 67 miliardi, oltre 9 volte l’importo offerto.

Avanza la raccolta UE

Il collocamento è stato tenuto da Bnp Paribas, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Hsbc e Nomura.

I proventi dell’operazione saranno destinati al finanziamento dei programmi dell’Unione Europea. Con l’emissione di questo Eurobond Bruxelles ha raccolto 24 dei 75 miliardi preventivati per la prima metà di quest’anno. Sin dall’inizio dello scorso anno, la Commissione ha adottato un approccio di finanziamento unificato, vale a dire che ha ricondotto le diverse denominazione sotto una sola: EU-Bond. E ciò si è reso necessario per evitare la frammentazione del mercato e accrescere così la liquidità degli scambi.

Emissione a premio sui Bund

Gli Eurobond, denominazione di uso informale, sono emissioni sovranazionali dell’Unione Europea per conto dei ventisette stati membri. E’ il famoso debito comune a cui si oppone da sempre la Germania, che vorrebbe limitarlo ai minimi termini. Si tratta di safe asset, cioè di titoli del debito di elevata qualità per via dei rating tripla A assegnati loro da tutte le agenzie di valutazione internazionali. Ciononostante, i rendimenti tendono ancora a sovrastare quelli dei Bund tedeschi e degli Oat francesi. Nel caso specifico, l’emissione è avvenuta a premio di 65 punti base o 0,65% rispetto ai primi e di 14 punti base o 0,14% sui secondi.

I maggiori rendimenti offerti dagli Eurobond non riflettono un rischio di credito più alto. Anzi, ad essere onesti la Francia ha rating inferiori. Semplicemente, il mercato pretende rendimenti più alti a causa della scarsa liquidità su questo mercato piuttosto recente.

Le emissioni sono relativamente scarne, ammontando ad oggi a poco più di 480 miliardi di euro. Per quanto l’offerta degli stessi Bund sia carente, risulta essere di gran lunga superiore.

Eurobond buon compromesso tra rendimento e qualità

Per gli investitori, comunque, questa apparente anomalia può implicare la possibilità di comprare Eurobond al posto dei Bund, a parità di rischio di credito e approfittando dei rendimenti più alti. E’ vero che un BTp a 10 anni offre attualmente circa l’1,80% in più, ma a fronte di una qualità creditizia ben minore e che si traduce in una più elevata volatilità sul mercato, specie in fasi critiche. A proposito, l’Eurobond quotava già sotto la pari dopo l’emissione, in area 99,55 centesimi. Altro motivo per adocchiarlo per un investimento al contempo redditizio e a bassissimo rischio.

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