Banca Unicredit ha emesso una nuova obbligazione con cedola fissa lorda annua del 6,30% e scadenza in data 14 novembre 2036 (ISIN: IT0005571051) per l’importo di 75 milioni di euro. Il bond è rivolto al segmento retail, vale a dire agli investitori individuali, ed è un Senior Preferred Unsecured. Il taglio minimo è stato fissato in 10.000 euro. Trattasi di un “cumulative callable” per le ragioni che vedremo.

La nuova obbligazione Unicredit prevede, infatti, la corresponsione della cedola in un’unica soluzione alla scadenza o alla previa data di rimborso anticipato.

La banca si riserva la facoltà, ma non l’obbligo, di pagare il capitale all’obbligazionista a ogni anno dalla data di emissione, a partire dal 14 novembre 2024 e fino al 14 novembre 2035. Chiaramente, sarà versato anche l’ammontare delle cedole fino ad allora maturate.

Cedole con rimborso anticipato

Ad esempio, se il rimborso dell’obbligazione Unicredit avvenisse esattamente dopo un anno, l’investitore riceverebbe i 10.000 euro del capitale più 630 euro di cedola. Se il rimborso vi fosse dopo cinque anni dalla data di emissione, ai 10.000 euro di capitale si sommerebbero i 3.150 euro di cedole (630 x 5). Alla scadenza, invece, l’ammontare delle cedole sarebbe pari a 8.190 euro o l’81,9% del capitale nominale sottoscritto alla pari.

Chiaramente, il rendimento dell’obbligazione Unicredit risulterebbe decrescente con gli anni, ipotizzando che la quotazione rimanga a 100. Dopo un anno, in caso di rimborso anticipato sarebbe del 6,3%. Tuttavia, dopo cinque anni, scenderebbe al 5,6% lordo e alla scadenza al 4,7%. Ciò si deve al fatto che il pagamento avverrebbe dopo diversi anni tutto in una volta, anziché periodicamente come siamo abituati a pensare per un bond.

Rischi obbligazione Unicredit

Quali rischi comporta l’obbligazione Unicredit? C’è certamente quello relativo al mancato rimborso totale o parziale nel caso in cui la banca fallisse. Si tratta di un’ipotesi fortunatamente remota. Il rischio più concreto sarebbe, in effetti, legato al rimborso anticipato.

L’obbligazionista dovrebbe rinunciare alle cedole per gli anni rimanenti e magari sarebbe costretto a reinvestire il capitale a tassi più bassi sul mercato. Di fatto, il rimborso anticipato sarebbe probabile nel caso in cui la banca riuscisse a rifinanziarsi sul mercato a tassi inferiori. A quel punto, troverebbe più conveniente emettere un nuovo bond ed evitare così di pagare le più alte cedole del titolo in circolazione.

Infine, c’è il rischio di liquidità. Poiché l’importo emesso è relativamente basso, non è detto che si formi un mercato secondario per le negoziazioni tra privati. Risulterebbe più difficile rivendere l’obbligazione Unicredit ai prezzi dati. In ogni caso, la rivendita comporta sempre il rischio di incassare meno di quanto speso per l’acquisto del titolo. In generale, in uno scenario di aumento dei tassi di mercato i prezzi tendono a diminuire; viceversa, se i tassi scendono.

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