E’ oggi il giorno del debutto sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana per il nuovo BTp a 30 anni. L’emissione è avvenuta pochi giorni fa. Il Tesoro ha raccolto 5 miliardi di euro con il collocamento sindacato della scadenza 1 ottobre 2053 e ha fissato una cedola fissa lorda annuale del 4,50% (ISIN: IT0005534141). Non ci sono ancora dati sulle negoziazioni dei primi contratti. Il bond è stato emesso ad un prezzo di 99,559 centesimi, pari a un rendimento lordo alla scadenza del 4,579%. Questo è risultato a premio di 16 punti base (0,16%) sull’attuale “benchmark” trentennale in scadenza l’1 settembre 2052.

Sulla base dell’andamento del mercato di queste ore, possiamo immaginare che il rendimento del nuovo BTp a 30 anni viaggi in area 4,60% e che, pertanto, la quotazione sia di poco inferiore a quella spuntata in fase di emissione.

Ricordiamo anche che l’1 aprile prossimo il BTp a 30 anni staccherà la prima cedola. Gli obbligazionisti incasseranno per l’occasione lo 0,457418% del capitale nominale posseduto. Come avrete notato, si tratta di una percentuale di gran lunga inferiore al 2,25% a cui avranno diritto in ciascuno dei sei mesi successivi. Ciò è dovuto al periodo di possesso breve dalla data di regolamento e godimento del 23 febbraio: appena 37 giorni su un semestre di 182 giorni.

BTp a 30 anni batte inflazione futura

La cedola annuale è la più alta emessa dal Tesoro da diversi anni. Vi si avvicina il 4,45% fissato per il BTp 2043 e il 4,40% per il BTp maggio 2033, entrambi emessi di recente. Al netto dell’imposta, la cedola scende a circa 3,94%. Tenuto conto dell’imposta di bollo dello 0,20% sul conto titoli, il tasso effettivo annuo si attesta a quasi il 3,75%. Non è basso in un’ottica di medio-lungo periodo. Quasi certamente, esso risulterà decisamente superiore all’inflazione annua media da qui alla scadenza tra un trentennio.

Sarà interessante dopo alcune sedute iniziare a valutare il grado di liquidità degli scambi, i quali si riflettono sugli spread denaro-lettera.

In genere, il BTp a 30 anni è ambito tra gli investitori istituzionali, particolarmente tra i fondi pensione. Molto meno interessate le famiglie, che puntano ad investire su un orizzonte temporale assai più corto. A meno che non vogliano speculare su un possibile rialzo dei prezzi per quando i rendimenti scenderanno. Uno scenario assai verosimile per il medio periodo, molto meno per il breve. Bisogna saper attendere e non tutti dispongono del tempo necessario. Al più tardi, la Banca Centrale Europea (BCE) smetterà di alzare i tassi d’interesse entro pochi mesi da oggi. Il taglio arriverebbe nel 2024, salvo imprevisti.

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