C’è attesa per il comunicato della Banca Centrale Europea (BCE) sui tassi di interesse, atteso per le ore 14.15 di oggi. Quasi certamente, non conterrà alcun riferimento a un secondo taglio dopo quello di giugno. Perlomeno, non sarà attuato prima di conoscere l’ulteriore evoluzione dell’inflazione nell’Eurozona. Nel frattempo, però, i rendimenti a 10 anni dell’Italia sono scesi al 3,72%, ai minimi da inizio aprile. E lo spread di attesta in area 130 punti base, tornando ai livelli del primo taglio di giugno e poco prima delle elezioni europee.

Ad inizio mese, i rendimenti a 10 anni erano schizzati al 4,10% e lo spread aveva superato i 160 punti base. Da allora è rientrato il timore di una crisi politica travolgente a Parigi. Le elezioni legislative in Francia hanno esitato un’Assemblea Nazionale senza maggioranza assoluta per nessuna delle coalizioni in competizione. Il blocco di sinistra ha conquistato il maggiore numero di seggi, ma sembra essersi dissolto come neve al solo dopo la chiusura delle urne.

Rendimenti 10 anni giù, prossima cedola più bassa?

Con rendimenti a 10 anni così in calo, il prossimo BTp decennale in emissione potrà offrire una cedola leggermente inferiore al 3,85% fissato per l’attuale “benchmark”. Sempre che, ovviamente, il trend non muti nelle prossime sedute. Il mercato si attende che Christine Lagarde confermi in conferenza stampa che il secondo taglio dei tassi ci sarà dopo avere avuto modo di conoscere ulteriori dati macro relativi all’Eurozona. Tutto come da previsioni, insomma. Non si tratterebbe di smentire l’allentamento monetario avviato un mese fa, bensì di calibrarne i tempi. E anche questo era del tutto ovvio già allora. Nulla di nuovo sotto il sole. Solo qualche colpo di coda dell’inflazione potrebbe rinviare i tempi di un secondo taglio.

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