C’è stato un impatto negativo contenuto sui titoli di stato degli Stati Uniti dopo l’annuncio di Fitch di averne declassato il rating da AAA ad AA+, privandoli del massimo giudizio creditizio. E’ la seconda volta dal 1917 che il debito pubblico americano perde la tripla A. La prima fu nell’agosto del 2011 ad opera di S&P. Una decisione arrivata a sorpresa e che ha attirato le ire della Casa Bianca. Prima della pubblicazione dei dato sul lavoro negli Stati Uniti a luglio, i rendimenti tedeschi ieri pomeriggio perdevano 5 punti base sulla scadenza decennale.

Offrivano un rendimento in calo al 2,47%.

Il movimento si spiegherebbe facilmente: i capitali sarebbero defluiti dal mercato sovrano americano a quello tedesco, mettendosi a caccia di safe asset. Come sappiamo, i paesi con rating tripla A sono pochissimi, un club ristretto di cui la principale economia è la Germania. Resta il fatto che i rendimenti americani siano lievitati di poco per via della fuga degli investitori dal mercato azionario a quello obbligazionario.

Bond USA e Bund a confronto

Comunque sia, il calo dei rendimenti tedeschi è destinato a durare poco. Forse, è già un trend esauritosi nel giro di poche ore. La decisione di Fitch non sposta di una virgola la situazione finanziaria globale. Gli Stati Uniti sono e restano la prima economia mondiale, massimamente affidabile per gli investimenti da tutto il mondo. Le problematiche fiscali sono note da anni. Malgrado la volontà di opporsi al predominio del dollaro, il blocco geopolitico che fa capo ai BRICS non riesce neppure minimamente per adesso ad impensierire Washington.

I bond USA non hanno alternative da alcun punto di vista. In primis, sono i titoli del debito emessi dall’unica superpotenza contemporaneamente economica, finanziaria, militare e democratica. Secondariamente, garantiscono un grado di liquidità degli scambi senza pari. E qui torniamo ai rendimenti tedeschi.

I Bund godono della tripla A e rispecchiano anch’essi un’economia sanissima e poco indebitata, molto meno degli Stati Uniti. Tuttavia, la Germania non è una superpotenza. Ad essere onesti, non riesce neppure a guidare l’Unione Europea, se non con passo incerto e di gambero. Infine, proprio il suo basso indebitamento pubblico rende i Bund titoli poco disponibili sul mercato. Gli investitori istituzionali che volessero inserirli in portafoglio per aumentare il livello di qualità degli asset, non hanno dove comprarli.

Calo rendimenti tedeschi temporaneo

Anche nel caso in cui la Germania s’indebitasse ai livelli percentuali degli Stati Uniti, non riuscirebbe a garantire una liquidità del mercato che sia anche solo comparabile. I bond USA risultano essere stati emessi e disponibili sul mercato per 17.300 miliardi di dollari, un valore di circa sette volte superiore quello dei Bund. La liquidità è un fattore importante per gli investitori, in quanti consente loro di convertire titoli in denaro contante velocemente e senza perdite apprezzabili. Questi tendono a restare lontani dai mercati poco liquidi. Dunque, non ci sarà una corsa ai Bund della Germania neanche dopo il “downgrade” patito dagli Stati Uniti. Il calo dei rendimenti tedeschi è destinato a rientrare.

[email protected]