L’inflazione italiana è scesa apparentemente in modo stabile intorno all’1% quest’anno. Un livello molto basso, ma che arriva dopo un biennio da dimenticare e nel corso del quale era arrivata alla doppia cifra per la prima volta dagli anni Ottanta. Gli obbligazionisti continuano, ad ogni modo, ad avvertire il bisogno di proteggersi dal carovita, scottati dall’improvvisa e pesante perdita del potere di acquisto. Ci sono bond del Tesoro che hanno consentito loro di farlo anche nel pieno della bufera.

E’ il caso del BTp 15 dicembre 2029 con cedola 3,85% (ISIN: IT0005519787). L’emissione risale all’autunno di due anni fa, proprio mentre l’inflazione toccava i massimi, sfiorando il 12%.

Debutto in condizioni macro difficili

Prima di analizzare il titolo, considerate per un attimo la psicologia dell’investitore di quei mesi. Uno sotto ai 60 anni di età non era mai stato abituato ad agire in un ambiente con crescita dei prezzi al consumo così alti. Le quotazioni delle obbligazioni stavano collassando e i tassi di interesse iniziavano a decollare. Il peggio sarebbe arrivato un anno dopo, quando le prime toccavano i minimi e i secondi i massimi. I bond a lunghissima scadenza sarebbero arrivati a perdere i due terzi e fino ai tre quarti del loro valore dai picchi di qualche anno prima. Un disastro.

In questo clima il Tesoro emise l’allora scadenza a 7 anni, il BTp dicembre 2029. Allo stato attuale, presenta una durata residuale di poco superiore ai cinque anni e offre un rendimento lordo del 2,90%. Molto meno del tasso cedolare. Chi è avvezzo al mercato dei bond, sa che questo vuol dire solo una cosa: la quotazione è sopra la pari. In effetti, il titolo debuttò nel novembre del 2022 a poco meno della pari. Ieri, sfiorava la quotazione di 105.

Analisi del titolo

Un ipotetico investitore che avesse inserito il BTp dicembre 2029 in portafoglio, avrebbe beneficiato ad oggi di un guadagno in conto capitale del 5%.

Virtuale, nel caso in cui non abbia deciso ancora di rivenderlo. E in questi quasi due anni ha potuto anche incassare cedole per circa il 7% del valore del capitale investito. In totale, un saldo positivo del 12%. Al netto della ricevuta fiscale del 12,50%, il rendimento scende al 10,50%. Sembra tanta roba. Domanda più che legittima: sì, ma l’inflazione?

E qua veniamo alla grande sorpresa. Ci aspetteremmo che dal novembre di due anni fa ad oggi i prezzi al consumo abbiano corso così tanto da azzerare il rendimento offerto dal BTp dicembre 2029. Invece, scopriamo attraverso l’Istat che essi sono cresciuti da allora solamente dell’1,9%. Come si spiega tanta differenza rispetto alla percezione comune? Il fatto è che, come abbiamo esposto sopra, l’inflazione raggiunse il suo apice proprio nell’ottobre/novembre del 2022. Dopodiché la crescita dei prezzi al consumo ha iniziato a rallentare bruscamente grazie al crollo del prezzo del gas.

BTp dicembre 2029 buon investimento sin dall’emissione

In effetti, guarda caso proprio nell’ottobre del 2023 iniziava la discesa ripida dell’inflazione italiana (ed europea) su base annuale: dal 5,34% di settembre all’1,69%. Già a novembre risultava sotto lo 0,70%. Grazie a questo trend, il rendimento netto reale del BTp dicembre 2029 risulta essere stato in questo biennio dell’8,6%. Detto con parole semplici, l’investimento ha reso parecchio al netto delle tasse e dell’inflazione. E ciò spiega perché nel frattempo i prezzi dei bond siano esplosi. Si sono adeguati al mutato ambiente macro, caratterizzato adesso da tassi d’inflazione calanti e di interesse attesi più bassi di trimestre in trimestre nel medio periodo. Un buon investimento per chi osò rischiare in settimane difficili di forte pressione psicologica.

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