Il Consiglio di amministrazione di UnipolSai ha dato l’ok all’emissione di un bond subordinato di tipo Tier 2 denominato in euro e a tasso fisso per un importo massimo di 750 milioni di euro. Il collocamento sarà eventualmente riservato agli investitori qualificati italiani ed esteri e dopo avverrebbe la quotazione al Luxembourg Stock Exchange. Il mandato è stato affidato a Bnp Paribas, Goldman Sachs, IMI-Intesa Sanpaolo, JP Morgan e Mediobanca. Con il ricavato dell’operazione sarà esercitata la call delle obbligazioni UnipolSai perpetue e con prima data di reset fissata per il 18 giugno prossimo (ISIN: XS1078235733).

Il titolo offre cedola fissa del 5,75% e nel caso di mancato esercizio della call diventerebbe variabile. Essa sarebbe corrisposta su base trimestrale e pari all’Euribor a 3 mesi più un margine del 5,18%.

L’esercizio della call, prevede il board, potrà avvenire anche alle successive date di reset nel caso risultasse opportuno. Attualmente, le obbligazioni UnipolSai senza scadenza ed emesse nel 2014 offrirebbero una cedola annuale lorda del 9%, considerato che l’Euribor a 3 mesi si attestava al 3,82% secondo l’ultima rilevazione ufficiale pubblicata. E il titolo di acquista sostanzialmente alla pari. Il mercato stava probabilmente già scontando l’esercizio della call. Per quanto ufficialmente l’emittente non sia tenuto a provvedere al rimborso, nei fatti capita quasi sempre che lo faccia per difendere la propria reputazione sul mercato.

I rating attesi per le nuove obbligazioni UnipolSai sono Ba1 per Moody’s e BBB- per Fitch. Il grado di rischio di credito è da considerarsi medio-alto. I bond subordinati Tier 2 prevedono il rimborso del capitale successivamente ai creditori ordinari nel caso di dissesto, anche se prima dei bond Tier 1. L’indice di solvibilità a fine 2023 era del 283%, nettamente superiore al livello regolamentare. L’ultimo esercizio si è chiuso con un utile netto di 700 milioni al netto della quota di terzi.

E la raccolta è stata di 15,06 miliardi, mentre il patrimonio netto ammontava a 7,31 miliardi. Con l’emissione in vista, è probabile che la compagnia assicurativa riesca a ridurre la spesa per interessi.

[email protected]