Il Tesoro ha incassato tutti i 6 miliardi di euro preventivati con l’ultima asta dei titoli di stato a medio-lunga scadenza per quest’anno, che oggi ha avuto ad oggetto l’emissione di BTp a 3 e 7 anni. L’offerta è stata equamente suddivisa tra le due tranche e anche gli ordini sono risultati grosso modo ripartiti alla pari. I risultati dell’asta dei BTp sono stati positivi per lo stato, in quanto i rendimenti esitati sono stati in forte calo rispetto al 10 novembre scorso.

Risultati asta BTp 3 e 7 anni

In particolare, il bond con scadenza 15 settembre 2026 e cedola 3,85% (ISIN: IT0005556011) ha attirato ordini per 4,69 miliardi contro i 3 miliardi offerti. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 101,66, pari a un rendimento annuo lordo del 3,24%. Era stato del 3,75% un mese fa. Bene anche il bond con scadenza 15 novembre 2030 e cedola 4% (ISIN: IT0005561888). Gli ordini sono stati pari a 4,63 miliardi contro sempre 3 miliardi offerti. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 102,42 e il rendimento esitato è stato del 3,63% dal 4,21% di novembre.

In definitiva, i rendimenti sono scesi rispettivamente dello 0,51% e dello 0,58%. Era ovviamente nell’aria dopo il rally partito la terza settimana di ottobre e ancora in corso. Ieri, l’asta dei BoT annuali ha esitato un rendimento in calo al 3,528% dal 3,86% di novembre. Chiaramente, a guadagnarci è lo stato, che pagherà minori interessi agli obbligazionisti e/o incasserà di più con le emissioni. Viceversa, gli investitori percepiranno di meno rispetto a qualche mese fa.

Corsa ai bond non finita

Ciononostante, i BTp restano relativamente appetibili. Viaggiando nel resto dell’Eurozona non si scorgono rendimenti più elevati lungo la curva delle scadenze. Persino la Grecia offre ormai meno dell’Italia. D’altra parte, l’inflazione italiana è scesa allo 0,8% a novembre e nei prossimi anni è attesa molto bassa. Questo significa che, pur in forte calo, i rendimenti dei bond del Tesoro resterebbero positivi in termini reali.

La corsa all’acquisto dei BTp da parte delle famiglie subirà certamente un rallentamento, anche perché i portafogli saranno ricalibrati nei prossimi mesi. Ma non sembra destinata a concludersi presto.

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