Si è conclusa nella tarda mattinata di oggi l’asta del Tesoro per l’emissione di tre BTp e i cui risultati possono considerarsi, tutto sommato, positivi. Con l’operazione delle scorse ore, il governo italiano ha raccolto altri 8,5 miliardi di euro per pagare il debito pubblico in scadenza e finanziare il deficit di bilancio. Le emissioni di quest’anno valgono complessivamente qualcosa come circa 500 miliardi di euro. Numeri da fare tremare i polsi. Stiamo parlando di un controvalore pari ad oltre un quarto del PIL del 2019.

Risultati asta BTp scadenza per scadenza

Tornando ai risultati dell’asta BTp, i titoli in offerta erano tre. Il BTp 15 gennaio 2026 e cedola 3,50% (ISIN: IT0005514473) ha raccolto ordini per 5,26 miliardi, a fronte dei 3,5 miliardi offerti, il massimo della forchetta 3-3,5 miliardi fissata alla vigilia. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 100,44, leggermente sopra la pari e appena sotto i valori di mercato. Il rendimento alla scadenza così esitato è risultato essere del 3,37%.

E passiamo al BTp 15 dicembre 2029 con cedola 3,85% (ISIN: IT0005519787). In questo caso, la domanda è stata di 4,79 miliardi contro i 3,5 miliardi offerti, anche stavolta il massimo della forchetta 3-3,5 miliardi. Prezzo di aggiudicazione pari a 100,50, lievemente sotto i livelli di mercato e per un rendimento lordo alla scadenza del 3,80%.

Infine, il BTp 1 marzo 2038 e cedola 3,25% (ISIN: IT0005496770). Emesso per tutti gli 1,5 miliardi di euro preventivati. Gli ordini sono stati per 2,33 miliardi. Il rendimento si è attestato al 4,28% con un prezzo di aggiudicazione di 89,12 centesimi. Rispetto alle precedenti aste, il primo bond ha offerto un rendimento di 11 punti base o 0,11% più alto; il secondo di 3 punti o 0,03% più alto.

Premiati tratti estremi della curva

La domanda per i nostri titoli di stato regge lungo la curva. Nello specifico, i risultati dell’asta BTp di oggi ci dicono che il rapporto di copertura più alto si è avuto agli estremi delle scadenze offerte, cioè sul tratto a 3 e 15 anni.

Relativamente meno tonica la domanda per il bond a 7 anni. Come ce lo spiegheremmo? Probabile che gli investitori stiano adocchiando i BTp a medio-breve termine per via del rendimento offerto superiore ai bond concorrenti nell’Area Euro. E in un periodo di alta inflazione, tutto ciò che contribuisce a lenire la perdita del potere di acquisto è ben accetto.

Per quanto riguarda il BTp a lunga scadenza, verosimile che il mercato abbia finalità maggiormente speculative, vale a dire che punti a capitalizzare dall’apprezzamento del bond con la discesa dei rendimenti nei prossimi mesi o anni. In effetti, il titolo è stato piazzato a meno di 90 centesimi, cioè fortemente a sconto rispetto al suo valore nominale. E ciò lo rende appetibile in una fase quasi di culmine dei tassi d’interesse.

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