Dakar al centro delle attenzioni internazionali a marzo, quando le elezioni presidenziali videro la vittoria del candidato dell’opposizione, Bassirou Diomaye Faye, le cui posizioni contro la Francia erano note e che aveva promesso l’emissione di una moneta sovrana. Questa settimana, il Senegal del nuovo corso supera il test dei mercati con l’emissione di un bond in dollari. Nella giornata di lunedì, JP Morgan aveva agito da lead manager del collocamento e aveva fatto raccolto capitali per 500 milioni.

Il giorno successivo, il Tesoro pensava bene di offrire una seconda tranche da 250 milioni. L’operazione è andata in porto e così lo stato dell’Africa occidentale si ritrova nelle sue casse 750 milioni.

Emissione ok, fiducia su crescita e conti pubblici

Il bond del Senegal ha scadenza nel 2031, per cui presenta una durata iniziale di sette anni. La cedola annua lorda è stata fissata al 7,75%, un tasso non così elevato per un emittente “non investment grade”. La liquidità incassata servirà per rimpinguare le riserve valutarie, così come per provvedere al pagamento di una scadenza a luglio da 162,9 milioni. La reazione del mercato sembra essere stata positiva, se è vero che i prezzi delle altre scadenze sono saliti leggermente dopo l’emissione di inizio settimana.

Il Fondo Monetario Internazionale sostiene l’ottimismo degli investitori. Prevede che il deficit scenderà al 3,1% del Pil dal 3,9% del 2024 e che il rapporto tra debito e Pil si abbasserà al 72,5% dal 79,6%. Addirittura, l’avvio dello sfruttamento di petrolio e gas da quest’anno porterebbe al raddoppio del tasso di crescita all’8,3%. Tutti fattori che incidono positivamente sull’outlook fiscale. Per Faye era fondamentale iniziare con il passo giusto sui mercati. E l’emissione del bond del Senegal è andata bene, anche in virtù del clima favorevole per gli emergenti in questa fase.

Bond Senegal segnalano calma sui mercati

Sebbene in campagna elettorale abbia ammorbidito i toni, Faye ha promesso l’uscita dall’area del franco CFA in assenza di riforme del sistema monetario.

Sarebbe un duro colpo per l’economia emergente, in quanto la mossa equivarrebbe ad una svalutazione del cambio con conseguente instabilità dei prezzi e finanziaria. L’appeal per il bond del Senegal appena emesso sembrerebbe suggerire che gli investitori vedano remoto un simile scenario. Per quanto il presidente abbia nominato premier il vero leader (anch’egli incarcerato) dell’ex opposizione, Ousmane Sonko, per adesso non ci sono timori di colpi di testa.

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