Obbligazioni convertibili Sopaf al 9%

Dopo oltre un anno di consultazioni, assemblee e consigli di amministrazione per la ristrutturazione del pesante debito di Sopaf, divenuto a tutti gli effetti insostenibile, è partito ufficialmente il piano di rimodulazione del prestito obbligazionario convertibile 3,875% 2012. Un fardello da oltre 107 milioni di euro, di cui più di 56 a valere sul prestito convertibile, che pesa come un macigno sui conti di un gruppo finanziario da anni in difficoltà. Così adesso gli obbligazionisti, che hanno approvato il piano di ristrutturazione del debito lo scorso anno, sono stati chiamati ad aderire all’offerta di nuovi bond promossa dalla Società entro il 23 Settembre e che prevede in sostanza uno scambio di questo tipo : 1 nuova obbligazione convertibile Sopaf 2015 al 9% (valore nominale 2,42 euro) al posto di 5 vecchie obbligazioni convertibili Sopaf (valore nominale 0,88 euro), oltre a un conguaglio di 1,10 euro in contanti e agli interessi maturati fino al 30 Settembre 2011.
In caso di integrale adesione all’offerta, il controvalore sarà pari a 39,7 milioni di euro, a fronte di un debito contratto nel 2007 pari a 56,7 milioni, che all’atto pratico si tradurrebbe in un abbattimento del 30% del debito della holding e contestuale allungamento della scadenza di tre anni. Il nuovo prestito obbligazionario cv prevede anche un rimborso rateale a partire dal 2012 nella misura del 10% del valore nominale ogni anno, fino all’estinzione totale nel 2015 (l’ultima rata comprenderà il rimborso del 60% del capitale). Trattandosi di un prestito obbligazionario convertibile, poi, è sempre riservata la facoltà ai detentori dei bond di esercitare la conversione con le azioni sottostanti nella misura di 10 azioni ogni obbligazione posseduta del valore nominale di euro 2,42 (per maggiori dettagli, si rinvia al prospetto informativo della società). OFFERTA NON VINCOLANTE MA NECESSARIA

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L’offerta – precisa Sopaf – costituisce l’ultimo tassello dell’operazione di ridimensionamento del debito che la società ha avviato nel corso del 2010.
In particolare, lo scorso 18 novembre 2010, Sopaf, in concomitanza con l’approvazione di un nuovo piano finanziario per il triennio 2010-2012, destinato al riequilibrio economico-finanziario e delle nuove linee di sviluppo per il periodo 2010-2012, ha concluso con i principali istituti finanziatori della stessa un’operazione di rimodulazione delle scadenze del debito bancario volta a rendere la struttura del debito complessivo della società maggiormente coerente con le nuove esigenze finanziarie, fortemente influenzate dal mutato contesto di riferimento. Principale caratteristica della rimodulazione del debito bancario è stata la posticipazione al 30 settembre 2012 delle scadenze di tutti i finanziamenti erogati dalle banche. A fronte di tale concessione da parte del ceto bancario, è stato condiviso con le banche stesse un intervento prestito obbligazionario convertibile emesso nel 2007, finalizzato principalmente a riscadenzarne il rimborso. L’operazione di ristrutturazione del debito di Sopaf ha il fine ultimo di garantire la prosecuzione delle attività di investimento e creazione di valore sulla base di una struttura finanziaria maggiormente sostenibile, considerato anche il contesto finanziario globale che è andato peggiorando nel corso del 2011. A fine agosto, infatti, i dati relativi alla relazione semestrale, hanno rilevato come, nei primi sei mesi dell’anno, Sopaf abbia collezionato una perdita di 18 milioni di euro, equivalente al doppio di quella registrata nel corso del pari periodo del 2010 facendo scendere il patrimonio netto del 22% a quota 52,3 milioni di euro. L’operazione sarà comunque finanziata con mezzi propri – si legge nel prospetto – derivanti anche dalla plusvalenza da 3,9 milioni di euro realizzata lo scorso mesi di Luglio grazie alla cessione del 45% della partecipazione detenuta in Linkem Spa. Nel complesso, quindi, l’operazione offerta da Sopaf è tutta orientata alla prosecuzione delle attività finanziarie ordinarie attraverso una ristrutturazione del debito obbligazionario convertibile che, seppure con caratteristiche diverse da quello originario, non contiene termini e condizioni peggiorative.
Inoltre, l’offerta volontaria non è soggetta ad alcuna condizione e teoricamente è anche possibile non aderire al piano (ma non conviene) mantenendo in portafoglio le attuali obbligazioni convertibili la cui scadenza però sarà protratta fino al 2015 e col rischio che possano non venire rimborsate. Possibilità alquanto remota, dato che molti creditori hanno già espresso il loro consenso verso la sottoscrizione del nuovo bond. E lo si è visto in borsa, dove il titolo Sopaf, confidando nel successo dell’operazione, ha messo a segno nelle ultime sedute un rialzo del 40%.