Le borse sono negative nella giornata di oggi, trascinate al ribasso dal comparto bancario che sconta la notizia in arrivo dopodomani. Il board della Banca Centrale Europea (BCE) si riunirà per decidere l’annunciato primo taglio dei tassi di interesse. Quasi certamente, per non dire certamente, sarà dello 0,25%. Questo significa che i tassi di riferimento scenderanno dal 4,50% al 4,25%, sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50% e sui depositi bancari dal 4% al 3,75%. Nella seduta odierna, lo spread tra BTp e Bund a 10 anni è salito sopra 130 punti base, attestandosi a 133 punti.

Il rendimento decennale italiano viaggia poco sotto il 3,90%, mostrandosi sostanzialmente stabile.

Board BCE cauto dopo dati inflazione a maggio

Se il taglio dei tassi è scontato, il dibattito si sposta su cosa accadrà a luglio, quando si terrà l’ultimo board della BCE prima della pausa estiva. Dopo il dato sull’inflazione nell’Eurozona a maggio, in risalita al 2,6% dal 2,4% di aprile, le probabilità di un bis a Francoforte appaiono debolissime. Anche perché la stessa inflazione “core” è lievitata dal 2,7% al 2,9%. E se è vero che Christine Lagarde ribadisce che il suo istituto sia “data dependent” e non “Fed dependent”, neppure può ignorare le mosse della prima banca centrale mondiale. Il suo collega Jerome Powell potrebbe rinviare il taglio dei tassi fino alla fine dell’anno o persino all’anno prossimo.

Attesa per nuove previsioni macro a settembre

Il board della BCE ribadirà certamente di non vincolarsi ad alcuna mossa per luglio, bensì di attendere il nuovo flusso dei dati macroeconomici per decidere. E poiché le prossime proiezioni arriveranno solo a settembre, sarà a quell’appuntamento che, probabilmente, si avrà il secondo taglio dei tassi. Per il mercato ve ne sarebbero 2-3 entro quest’anno. Il terzo, a dicembre, è fortemente dubbio. Per questo i rendimenti dei titoli di stato sono risaliti nelle ultime settimane. Del resto, i banchieri centrali hanno confermato l’approccio restrittivo fino a tutto il 2025.

Cosa significa? I tassi resteranno sopra l’inflazione fino alla fine dell’anno prossimo.

Tassi sopra inflazione piacciono in Germania

In Germania c’è stata una dichiarazione più unica che rara per la politica tedesca. Il vice-cancelliere e ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha auspicato che dopo giugno vi siano ulteriori tagli dei tassi. Si tratta di una posizione solitaria, dato che la Bundesbank e gran parte del Bundestag non freme per allentare velocemente la politica monetaria. In Germania i rendimenti sovrani sono tornati positivi in termini reali dopo molti anni in cui erano stati negativi persino nominalmente. Questo è gradito all’establishment industriale-finanziario, perché finalmente il risparmio delle famiglie torna ad essere remunerato. D’altra parte, la stagnazione economica di questi anni non si deve di certo all’aumento dei tassi di interesse.

Board BCE atteso più restrittivo

La curva dei Bund ci segnala quali potranno essere le future decisioni del board BCE. In meno di tre settimane, il rendimento a 2 anni è salito di un quarto di punto percentuale, riflettendo per l’appunto la riduzione attesa del numero dei tagli entro il breve termine. Dai minimi toccati dopo Natale, la risalita risulta di oltre mezzo punto percentuale. Il segno che il mercato avesse fatto festa prematuramente e sia stato costretto a rivedere i propri piani, complicati dalla persistente inflazione sopra il target del 2%.

[email protected]