E’ sceso dai massimi dell’anno toccati nell’aprile scorso al 4,70%, ma il rendimento del Treasury bond a 10 anni resta alto. Offre ancora il 4,25%, nettamente sopra la media decennale del 2,40%. Il mercato obbligazionario non sconta un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve prima di settembre. Se pensiamo che il BTp a 10 anni, dopo la risalita delle ultime due settimane in scia alle tensioni in Francia, offre ancora il 3,95%, capiamo quanto il bond statunitense appaia relativamente generoso.

Confronto a posteriori con BTp a 10 anni

Ma paragonare BTp e Treasury è come quando alle elementari ci insegnano che non si possano sommare mele con pere. Sono due titoli di stato con rating molto differenti e denominati in divise anch’esse differenti, cioè rispettivamente euro e dollaro Usa. Quando un investitore decide di inserire in portafoglio un Treasury, sta scommettendo che il cambio giochi almeno non a suo sfavore. Nessun problema, com’è ovvio, se fosse statunitense.

Cerchiamo di capire com’è andata negli ultimi anni ad un ipotetico investitore dell’Eurozona, che avesse deciso a suo tempo di acquistare Treasury al posto dei BTp. Dieci anni fa, un Treasury a 10 anni offriva il 2,55% contro il 2,70% del bond sovrano italiano. Una minima differenza, che all’apparenza premiava di poco la scelta di puntare sui nostri titoli. Tuttavia, nel periodo considerato il cambio euro-dollaro è sprofondato da 1,37 a 1,07. In pratica, il dollaro si è rafforzato del 28% contro l’euro. A conti fatti, come se il nostro rendimento annuo fosse aumentato in media del 2,50%.

Bund resta avido

Le stesse cedole staccate dal Tesoro di Washington si sono apprezzate nel corso del decennio, una volta convertite in euro, essendo stato il cambio medio nel periodo di 1,13, molto sotto i livelli a cui l’investitore sarebbe entrato ipoteticamente sul mercato. Ebbene, la situazione sarebbe stata questa: il Treasury avrebbe offerto un rendimento effettivo superiore al 5% all’anno contro il 2,70% del BTp.

Ancora meglio se il confronto fosse con il Bund decennale della Germania, che nell’estate del 2014 rendeva meno dell’1,20%. Il mercato nei fatti scommise su un deprezzamento del dollaro in media di circa l’1,40% all’anno, mentre è avvenuto l’esatto contrario.

Treasury beneficia del dollaro Usa

Non è detto che per i prossimi anni valgano le stesse considerazioni. Al momento, il Treasury decennale offre l’1,85% in più dell’omologo titolo tedesco. Per il mercato il dollaro perderà valore contro l’euro, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui accetterebbe di finanziare la Germania a tassi nettamente inferiori a quelli americani. I rating non sono esattamente uguali, visto che gli Stati Uniti hanno perso la tripla A per S&P già nel 2011 e per Fitch da poco tempo. Resta il fatto che i titoli del debito di zio Sam siano considerati massimamente sicuri sui mercati, riferimento per l’obbligazionario mondiale. Beneficiano, inoltre, dell’essere denominati in una valuta di riserva globale, ragione per cui tende ad apprezzarsi proprio nelle fase di tensione.

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