Vi ricordate i BTp Futura? Di collocamenti ve ne furono quattro tra il 2020 e il 2021, ma da allora niente. Il Tesoro ha scritto nelle sue linee guida per le emissioni di titoli di stato di quest’anno che prende in considerazione un’ulteriore emissione, ammesso che ve ne fossero le condizioni di mercato. Un modo come un altro per dire che esistano soluzioni alternative. Una di queste consiste nelle emissioni retail grazie ai BTp Valore, una formula che si è rivelata oltre ogni successo pensabile.

Il collocamento di settimana scorsa ha segnato un nuovo record assoluto: 18,316 miliardi di euro gli ordini delle famiglie, mai così tanti da parte loro in Italia.

BTp Futura 2030 versus BTp Valore

E se ipotizzassimo di fare spazio al portafoglio vendendo BTp Futura 2030 (ISIN: IT0005415291) per impiegare il capitale in BTp Valore in scadenza nello stesso anno? In apparenza, una soluzione possibile. L’emissione di pochi giorni fa offre un rendimento medio lordo del 3,625% all’anno, a cui si aggiunge un premio fedeltà dello 0,7% alla scadenza. Tuttavia, quest’ultimo non potrebbe più essere percepito da coloro che intendessero acquistare il bond sul mercato secondario. Valeva esclusivamente per i sottoscrittori.

BTp Futura con cedole step-up molto basse

Ben diverse le condizioni del BTp Futura 2030. Scadenza 14 luglio 2030, per cui durata iniziale di dieci anni. Offre una cedola dell’1,15% per i primi quattro anni, cioè al 14 luglio prossimo. Per il triennio successivo staccherà l’1,30% e per il triennio successivo ancora l’1,45%. In media, l’1,285%. Al lordo delle imposte. Come dire niente. Ma il titolo oggigiorno viaggia ad un rendimento alla scadenza superiore al 3,80%. Com’è possibile, vi starete chiedendo? Il suo prezzo per chi volesse acquistarlo oggi, risulta molto inferiore a 100: 86,55 centesimi.

In pratica, per acquistare un capitale nominale di 1.000 euro, vi basta spendere 865,50 euro. La differenza per voi sarà tutto guadagno.

Ma arriverà solo tra sei anni e quattro mesi circa. Fino ad allora, dovreste accontentarvi di cedole risibili alle attuali condizioni di mercato. Il BTp Valore 2030 vi offre, invece, un 3,25% per i primi tre anni e il 4% per il triennio successivo.

Confronto con BTp Valore 2030

E torniamo alla domanda iniziale: vendere BTp Futura 2030 per reinvestire nei BTp Valore? Il punto è che chi li acquistò quasi quattro anni fa in fase di sottoscrizione, adesso dovrebbe disinvestire in perdita del 13,5%. Certo, anziché continuare a tenere in vita un investimento ormai senza senso, l’operazione potrebbe avere un senso. Confrontando il rendimento totale all’emissione del BTp Valore 2030 con il rendimento totale residuale del BTp Futura 2030, otteniamo un differenziale di circa il 13% all’anno. Praticamente, ci saremmo coperti l’intera perdita.

Benefici-costi del disinvestimento

Certo, c’è da tenere conto anche del premio fedeltà del BTp Futura 2030. Andrebbe perduto rivendendo il titolo. Ed esso è pari ad un minimo dell’1% fino a un massimo del 3% del capitale nominale. Sarà corrisposto alla scadenza in base alla crescita media del Pil italiano nominale tra il 2020 e il 2029. Ad oggi, la media è stata del 7,8%. “Grazie” all’alta inflazione di questi anni, esiste la concreta possibilità che l’obbligazionista ricevi il massimo della forchetta prevista. Se così, il differenziale di rendimento con il BTp Valore si abbasserebbe in area 2% all’anno, sbilanciando l’analisi contro il disinvestimento.

In buona sostanza, vendere oggi BTp Futura 2030 per fare spazio nel nostro portafoglio obbligazionario ai BTp Valore al momento appare una scelta quasi neutrale sul piano del rendimento medio fino alla scadenza dei due titoli. La perdita in conto capitale sarebbe sostanzialmente recuperata negli anni dai maggiori rendimenti. Ma la prima l’accuseremmo subito, mentre la compensazione arriverebbe progressivamente nel tempo.

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