Obbligazionisti General Motors in default: arrivano altre azioni

In questi giorni le banche italiane stanno accreditando una seconda tranche di azioni e warrant agli ex obbligazionisti General Motors. La casa di Detroit risanata nei bilanci ha però perso il 25% in borsa a causa della crisi in Europa e per gli investitori il recovery dei vecchi bond si attesta al 19%.
13 anni fa
3 minuti di lettura

E’ in arrivo in questi giorni la seconda tranche dei rimborsi per i possessori dei vecchi bond General Motors finiti in default nel 2009. Dopo una prima assegnazione di azioni e warrant avvenuta lo scorso mese di maggio pari a circa il 25% del valore nominale delle obbligazioni, la Wilmington Trust Company, sta procedendo alla distribuzione di altre azioni e warrant agli ex bondholders, fra cui anche 11 mila risparmiatori italiani. Va ricordato che la distribuzione delle tranches di azioni GM avviene ogni tre mesi, secondo quanto già stabilito lo scorso anno dalla Motors Liquidation Company, la società finita in Chapter 11, dopo l’approvazione del piano di salvataggio dell’ex numero uno mondiale dell’auto e la contestuale ristrutturazione del debito rimasto insoluto.

Sicché i risparmiatori stanno ricevendo in questi giorni la seconda tranche di azioni e warrant assegnata lo scorso 30 giugno, ma alcuni anche quella del 30 settembre. Il ritardo rispetto alla data di ripartizione – fa notare un operatore di Deutsche Bank – dipende dalle singole banche e non dal Trust che mette a disposizione i titoli entro 30 giorni dalla chiusura dei conti presso le casse di compensazione internazionali. Si tratta, comunque, di briciole, rispetto alla prima e più corposa assegnazione di nuove azioni GM (5,7 ogni 1.000 obbligazioni al prezzo di 30,45 dollari), più warrant di serie A (5,2 ogni 1.000 obbligazioni al prezzo di 20,50 dollari) e warrant di serie B (5,2 ogni 1.000 obbligazioni al prezzo di 15,52 dollari). In particolare la seconda tranche ha assegnato 1,5 azioni GM ogni 10.000 vecchie obbligazioni possedute con arrotondamento per eccesso, così come per l’assegnazione di warrant di tipo A e di tipo B, ai prezzi e al cambio del 31 Ottobre. Eventuali conguagli in denaro saranno effettuati alla fine della ripartizione del monte crediti.

 

Dopo la prima assegnazione, le azioni GM hanno perso un quarto del loro valore

Le azioni GM in borsa

Forse gli investitori si aspettavano di ricevere qualcosa di più, ma – come precisa l’operatore di Deutsche Bank – la prima tranche di rimborsi è stata calcolata prendendo come base un monte crediti ammesso ai rimborsi di 42 miliardi di dollari.

Una stima prudenziale, volutamente elevata, ma che nella realtà dei calcoli si aggira sui 37 miliardi di dollari, come anche indicato nel prospetto di quotazione della nuova GM in borsa. Considerato anche che buona parte di azioni e warrant residui devono essere utilizzati per pagare il costo di esercizio del Trust, non rimarrà ancora molto da assegnare agli investitori. Non solo. Gli ex obbligazionisti si ritrovano in mano adesso titoli azionari e warrant che in sei mesi hanno perso circa un quarto del loro valore, per cui, a conti fatti, ai valori attuali si ritrovano in mano il 19% del valore nominale delle vecchie obbligazioni GM. E’ anche vero che se le azioni (e i warrant) del colosso automobilistico dovessero risalire la china fino a superare i 100 dollari, gli investitori recupererebbero tutto guadagnandoci anche qualcosa se la casa automobilistica americana tornasse a distribuire il dividendo, nonostante le difficoltà in Europa. 

 

General Motors: calano gli utili a causa delle difficoltà in Europa

Gm ha chiuso il terzo trimestre con un utile in calo del 12% a 1,73 miliardi di dollari a fronte degli 1,96 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite sono aumentate del 7,8% a 36,7 miliardi di dollari. L’utile per azione è risultato superiore alle stime degli analisti a 1,03 dollari, contro i 96 cent stimati. L’utile operativo è sceso a 2,2 miliardi di dollari e un risultato in linea è atteso per il quarto trimestre: se la società avesse ragione nelle sue stime, il 2011 si rivelerà l’anno più redditizio di GM da oltre un decennio. Gli utili GM nei primi nove mesi dell’anno sono ammontati a 7,4 miliardi di dollari a fronte dei 4,7 miliardi di dollari dell’intero 2010.

Nonostante il settimo trimestre consecutivo in nero dall’uscita della bancarotta, l’amministratore delegato Dan Akerson ha affermato che le perdite in Europa in Sud America non sono sostenibili nè accettabili. La divisione europea di GM ha perso 292 milioni di dollari, spingendo la società ad abbandonare l’obiettivo del pareggio nel 2011 anche a causa del deterioramento delle condizioni economiche nel vecchio continente. Anche in Sud America GM ha perso 44 milioni di dollari, benché in calo rispetto al rosso di 163 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. Mentre la divisione internazionale di GM, che include Cina e India, ha realizzato utili per 365 milioni di dollari a fronte dei 516 del 2010.

 

E’ la Cina la nuova area di crescita per General Motors

GM parlerà sempre più cinese in futuro. Negli Stati Uniti, infatti, si stanno assumendo manager e tecnici specializzati che conoscano bene la lingua cinese, proprio perché il colosso di Detroit ha intenzione di investire molto in Cina nei prossimi anni. Del resto i numeri parlano chiaro: le vendite di General Motors nel paese del dragone sono aumentate del 15,3% su base annua nel mese di settembre, nonostante un brusco rallentamento della crescita del mercato a causa del rallentamento della crescita economica globale. GM – si apprende da un comunicato diffuso dalla società – è ancora in una dinamica favorevole in Cina, dove tutti i marchi hanno registrato nuovi massimi per il mese di settembre. Il gruppo prevede di superare i due milioni di veicoli venduti entro l’anno e di stabilire un nuovo record di vendite per l’intero 2011 con l’intento di superare la concorrente giapponese Toyota e tornare il numero uno mondiale grazie appunto all’impulso della Cina. Il mercato automobilistico cinese è destinato a crescere circa del 5% nel 2011, secondo la Cina Automobile Manufacturers (Caam), che ha compiuto una significativa revisione verso il basso delle previsioni di gennaio che si aggiravano ancora tra il 10% e il 15%.

Nel 2010, le vendite di auto in Cina erano cresciute di oltre il 32%, dopo l’impennata del 46% nel 2009.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema OBBLIGAZIONI

Articolo precedente

Postepay sicurezza: nuovo sistema di sicurezza arriva con sms

Articolo seguente

Titoli di stato decennali spagnoli al 7%. Quelli francesi al 3,8%