Obbligo POS a 60 euro. La Banca d’Italia dice no, che succede ora?

Dopo i rilievi fatti dalla Banca d'Italia, il Governo potrebbe cambiare decisione, tuttavia, la Meloni vuole dare libertà di scelta a esercenti e consumatori
2 anni fa
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La Banca d’Italia boccia la Legge di bilancio 2023. Soprattutto in riferimento alle nuove disposizioni sul contante e sull’obbligo di POS con esenzione fino a 60 euro. Secondo la Banca d’Italia, l’innalzamento del tetto del contante favorisce l’evasione. Rispetto al 2016 la percentuale di transazioni operate con il contante è diminuita in Italia, anche per effetto della pandemia, rimanendo comunque al di sopra della media europea. Tali misure, utilizzo POS e nuovo tetto al contante, “contrariamente a quanto complessivamente accaduto negli ultimi anni, vanno nella direzione di agevolare l’utilizzo del contante”.

Le criticità delle novità contenute nella Legge di bilancio, sono state evidenziate dal Dr. Fabrizio Balassone, capo servizio struttura economica di Bankitalia, nel corso dell’audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.

I nuovi limiti all’uso del contante

A partire dal 1° gennaio 2023, la soglia di utilizzo del contante sarebbe dovuta scendere a 1.000 euro (in realtà 999,99). Questo quanto prevede l’Art. 49 del D.lgs 231/2007.

La Nuova Legge di bilancio 2023, innalza la soglia di utilizzo del contante a 5.000 euro.

Facendo una fotografia complessiva della situazione che si andrebbe a delineare da qui in avanti, è corretto affermare che:

  • fino al 31 dicembre 2022, la soglia sarà pari a euro 1.999,99;
  • dal 1 gennaio 2023 salirà a 4.999,99.

Secondo la Banca d’Italia, “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto – su dati che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa”.

“A livello europeo, in alcuni paesi (tra i quali la Germania) non è prevista alcuna soglia massima per l’ammontare delle transazioni in contanti. In altri sono previsti tetti inferiori a quello indicato nel disegno di legge (500 euro in Grecia, 1.000 in Francia e in Spagna, 3.000 in Belgio).

Rispetto al 2016 la percentuale di transazioni operate con il contante è diminuita in Italia – anche per effetto della pandemia – rimanendo comunque al di sopra della media europea”.

L’obbligo di POS. Esenzione fino a 60 euro

I giudizi della Banca d’Italia sull’esenzione dell’obbligo di POS fino 60 euro sono del tutto negativi.

Con la legge di Bilancio 2023 non ci sarà obbligo di POS, per le operazioni di importo fino a 60 euro. In sostanza, le sanzioni si applicheranno esclusivamente in caso di mancata accettazione di pagamenti a mezzo carta di debito, carta di credito e carte prepagate, di importo superiore a euro 60.

Secondo la Banca d’Italia, la definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici era inclusa tra i traguardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativi al primo semestre di quest’anno. La novità della Legge di bilancio sembrerebbe andare in senso opposto.

Inoltre, con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza (come quelli connessi con furti, trasporto valori, assicurazione).

Secondo i dati in possesso della Banca d’Italia,  il costo del contante in percentuale dell’importo della transazione, è superiore a quello delle carte di debito e credito.

Nei fatti, la Banca d’Italia sembrerebbe togliere qualsiasi utilità all’introduzione del limite di spesa entro il quale l’esercente può decidere o meno di accettare pagamenti tracciati.

Tuttavia, il Governo vuole dare ampia autonomia agli esercenti che poi nei fatti son quelli che devono pagare il costo della transazione elettronica.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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