Partono dal MEF (Ministero Economia e Finanze) i lavori diretti ad individuare soluzioni per contenere i costi delle transazioni elettroniche, tra i quali i pagamenti attraverso i POS.
L’obiettivo è quello di mitigare le spese a carico degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni.
Ricordiamo che l’obbligo di accettare pagamenti con POS è un tema a lungo dibattuto durante la fase di formazione ed approvazione definitiva della legge di bilancio 2023.
Cosa rischia chi non accetta il POS
L’art. 15, comma 4 bis, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 stabilisce che, dal 30 giugno 2022, gli esercenti attività di impresa, arte e professione sono sanzionabili nel caso in cui dovessero rifiutare il pagamento tramite POS di beni e servizi.
La disposizione, così come formulata non prevede limiti di importo. Questo significa che il venditore è sanzionabile anche se rifiuta il pagamento con POS di un caffè.
Andando nel dettaglio, la sanzione è pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento elettronico. La cosa interessa, commercianti, artigiani, liberi professionisti (commercialisti, avvocati, ecc.), tassisti, venditori ambulanti, attività ricettive (ristoranti, alberghi), ecc.
Ne sono esclusi i tabaccai (e per chi ha il patentino) ma limitatamente alla vendita di generi di monopolio, di valori postali e valori bollati (Agenzia delle Dogane e Monopoli determina de 24 ottobre 2022).
Il tira e molla nella legge di bilancio 2023
Come detto, il menzionato art. 15, non stabilisce alcun importo minimo. E proprio qui c’è stato un lungo tira e molla nella legge di bilancio 2023.
Il testo che fu scritto dal governo prevedeva una modifica. Si inseriva la soglia di 60 euro. In pratica veniva detto che la sanzione scattava solo in caso di rifiuto di POS per pagamenti di importo oltre i 60 euro.
In fase di approvazione definitiva, però, fu fatta marcia indietro. Quindi, oggi è sanzionabile il commerciante che rifiuta il POS a fronte di un pagamento di qualsiasi importo.
Obbligo POS, il tavolo tecnico del MEF
Per non essere sanzionati, dunque, i venditori si sentono obbligati ad accettare il pagamento con POS. Ma accettare il pagamento con POS significa anche che il venditore sostiene costi di transazione. Ossia il costo che bisogna pagare alla banca per il servizio.
Ecco, quindi, che si chiede di trovare una soluzione. Più transazioni si fanno con POS maggiori sono i costi.
Il MEF, dunque, fa sapere con apposito comunicato stampa che è costituito un tavolo tecnico con l’obiettivo di
mitigare le spese fino a 30 euro a carico degli esercenti di attività di impresa, arti o professioni con ricavi e compensi relativi all’anno precedente non superiori a 400.000 euro, favorendo con il coordinamento del MEF il confronto tra istituzioni, associazioni di categoria e altri soggetti interessati.
Il tavolo è presieduto dal direttore generale del dipartimento del Tesoro del ministero e si compone di esponenti della Banca d’Italia, Agenzia delle entrate, Associazione bancaria italiana, Associazione italiana prestatori servizi di pagamento, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Agenzia per l’Italia digitale