Ocse, ripristinare Imu su prima casa con esenzioni a poveri

L’Ocse consiglia all’Italia di introdurre l’Imu sulla prima casa con esenzione in base al Isee. Da aggiornare anche le rendite catastali.
4 anni fa
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imu

Torna la preoccupazione dell’Imu sulla prima casa. Abolita dal primo governo Berlusconi, c’è chi preme per ripristinarla al fine di fare cassa. Il gettito fiscale sarebbe enorme e tamponerebbe il calo delle entrate erariali avvenuto durante la pandemia.

A invocarla è l’Ocse  che parla di reintroduzione della tassazione sulla residenza primaria (Imu) con esenzioni per le famiglie a basso reddito. Una raccomandazione che si accompagna con la necessità di aggiornare i valori catastali fermi al 1989.

Ocse vuole Imu sulla prima casa

Insomma, una legnata fra capo e collo da far impallidire chiunque.

Del resto lo Stato ha sempre usato la casa come un bancomat per tirar su soldi. Grazie all’Imu, che non è altro che una patrimoniale ricorrente, sulle seconde case il fisco raccoglie più di 20 miliardi di euro all’anno.

Reintrodurre l’Imu sulla prima casa triplicherebbe il gettito fiscale, ma metterebbe in ginocchio le famiglie che difficilmente sopporterebbero una simile gabella. Gli italiani, del resto, sono per tradizione proprietari di casa nel 90% dei casi. Un dato che non trova similitudini in altri Paesi al mondo.

Esenzione dal pagamento per i poveri

Secondo l’Ocse, però, il pagamento dell’Imu sulla prima casa dovrebbe essere esentato per i poveri. A questo proposito si suggerisce di individuare quelle famiglie con bassi redditi mediante lo strumento del Isee.

Al di sotto di una certa soglia di Isee, il contribuente sarebbe esentato dal pagare l’Imu sulla prima casa, cioè sulla abitazione nella quale risiede. Al di sopra, invece, sarà applicata una aliquota minima. Un sistema che era già stato pensato dal Pd durante il primo governo Conte, ma che poi fu abbandonato perché non avrebbe trovato appoggio fra le altre forze politiche in parlamento. Anche la Banca d’Italia aveva suggerito di mettere l’Imu sulla prima casa, ma l’appello fu rigettato in fretta e furia.

Allarme mercato immobiliare

Al di là dei buoni propositi dell’Ocse, bisogna però fare i conti anche con un mercato immobiliare anemico. Oggi – fanno notare gli esperti – il mercato immobiliare in Italia è fermo. I prezzi continuano a calare un po’ ovunque, anche se la fase di discesa iniziata nel 2009 sta rallentando.

Questione di dinamiche di mercato, si dice, ma anche a causa delle tasse che incombono sul mattone. L’Imu sulle seconde case ha frenato enormemente la voglia di investire nel mattone. Se in passato questo rendeva, oggi il rendimento netto di un immobile in una grande città è molto basso al netto delle imposte e delle spese legate alla manutenzione dello stesso.

Introdurre l’Imu sulla prima casa non farebbe che abbattere ancor di più il mercato immobiliare in Italia. Ogni sforzo per vivacizzare con incentivi alla ristrutturazione (vedi bonus 110%) verrebbe vanificato dall’introduzione di tasse sulla prima casa. E’ quindi del tutto evidente che le raccomandazione dell’Ocse per l’Italia lasciano il tempo che trovano. Come del resto è sempre stato in passato anche per altre questioni, come l’ulteriore allungamento dell’età pensionabile a 70 anni o in tema di politiche sul lavoro.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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