Supponendo offerta lavoro da 2 mila euro a partita IVA, quanto resta di guadagno netto? La domanda è d’obbligo in quanto in Italia, nel calcolare la differenza tra compensi lordi e compensi netti, le partite IVA sono tra le più penalizzate. In ragione di una pressione fiscale che è molto alta. Facciamo allora chiarezza al riguardo specie per chi, magari a partire dal prossimo anno, è interessato ad avviare un’attività di lavoro autonomo o di microimpresa.
Ragion per cui occorrerà presentare la domanda di apertura della partita IVA all’Agenzia delle Entrate.
Offerta lavoro da 2 mila euro a partita IVA: quanto resta di guadagno netto?
Sulle tasse, per offerta lavoro da 2 mila euro a partita IVA, bisogna fare la distinzione tra il regime ordinario e quello agevolato o forfettario. Nel primo caso l’aliquota segue gli scaglioni IRPEF. Con un’aliquota minima al 23% quando il reddito imponibile annuo non supera i 15.000 euro.
Con la flat tax, invece, su offerta lavoro da 2 mila euro le tasse si pagano applicando un’imposta sostitutiva al 15%. Mentre i contributi previdenziali seguono un’aliquota che varia in ragione del tipo di attività lavorativa svolta. Per esempio, un professionista titolare di partiva IVA iscritto alla gestione separata dell’INPS paga per i contributi previdenziali obbligatori il 25,72%. Calcolato sull’ammontare del reddito.
Quanto resta di guadagno netto ogni 2.000 euro di reddito imponibile
Quindi, nella fattispecie, per ogni 2.000 euro di reddito imponibile con la flat tax si pagano, semplificando al massimo, 300 euro di tasse e 514,4 euro di contributi. Il che significa che su un lordo di 2.000 il netto è pari a 1.185,60 euro.