Monte Paschi versus Mediobanca, a che punto siamo con l’offerta?

A quasi una settimana dal lancio dell'offerta di Monte Paschi di Siena rivolta agli azionisti di Mediobanca, ecco il punto della situazione
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Offerta Monte Paschi su Mediobanca, il punto
Offerta Monte Paschi su Mediobanca, il punto © Licenza Creative Commons

E’ passata quasi una settimana da quando Monte Paschi di Siena ha lanciato l’Offerta Pubblica di Scambio sulle azioni di Mediobanca. Da allora è già passata tanta acqua sotto i ponti. Questa settimana, il Consiglio di Amministrazione di Piazzetta Cuccia si è riunito per bocciare l’operazione, definendo non solo priva di significato industriale, bensì una “distruzione di valore”. I toni usati sono stati duri nei confronti di Siena, dato che nel comunicato è stata messa in dubbio la stessa solidità finanziaria dell’istituto salvato pochi anni fa dallo stato.

Reazione negativa del mercato

E oggi c’è stata la presentazione dei conti di Generali, controllata da Mediobanca. La compagnia ha aumentato lo stacco dei dividendi, portandoli a più di 7 miliardi al 2027, oltre a promettere riacquisti di azioni per 1,5 miliardi nello stesso triennio. Un’operazione volta a “blindare” l’azionariato in vista del rinnovo del CDA a maggio. Il CEO, Philippe Donnet, corre per un quarto mandato. La remunerazione ai soci aumenta così del 30% rispetto al triennio passato. Non è stata, però, presentata la lista del CDA per il rinnovo, a causa del quadro normativo di transizione con il Dl Capitali.

E torniamo all’offerta di Monte Paschi, che prevede lo scambio di 1 azione Mediobanca contro 2,3 azioni proprie.

Quando venne comunicato, il venerdì scorso, essa implicava un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura del titolo Mediobanca il giorno prima a 15,992 euro. Mentre scriviamo, le azioni Monte Paschi trattano a 6,24 euro e quelle di Mediobanca a 15,78 euro. Rispetto al momento del comunicato, entrambi i titoli risultano in calo rispettivamente del 13,6% e dell’1,3%.

Condizioni da rivedere

Ai termini dell’offerta di Monte Paschi, oggi un azionista di Mediobanca riceverebbe qualcosa come 14,35 euro in azioni senesi per ogni azione ceduta.

Ma questo sarebbe un valore decisamente inferiore a quello del mercato per il 9,5%. Dal premio allo sconto è stato un attimo. Questo significa che o il mercato non crede che l’operazione vada in porto o confida in un rilancio dopo la bocciatura di Piazzetta Cuccia. C’è un clima di attesa per verificare quali saranno le prossime mosse a Rocca Salimbeni. E’ evidente che l’operazione dovrà essere riesaminata per proporre condizioni ben più allettanti agli azionisti di Mediobanca, altrimenti sarebbe destinata al flop.

In teoria, l’offerta Monte Paschi non parte da zero. C’è quel 27,57% di Mediobanca in mano ai soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin (Del Vecchio) a dare una spinta iniziale abbastanza forte. Tuttavia, se l’obiettivo fosse di arrivare al 51%, servirebbe racimolare almeno un altro 23% tra i restanti azionisti. E non sarà facile, perché Mediobanca è guidata da Alberto Nagel, un dirigente che in quell’istituto c’è praticamente nato e sa come muoversi tra i soci. La Banca Centrale Europea potrebbe anche pretendere che Siena raggiunga il 66,7% del capitale per finalizzare l’operazione. Sarebbe un’enorme montagna da scalare.

Offerta Monte Paschi con aumento di capitale?

Se solo l’offerta Monte Paschi fosse aggiornata alle attuali condizioni di mercato, dovrebbe prevedere un rapporto superiore a 2,65 per far sì che gli azionisti di Mediobanca ottengano lo stesso premio del 5% indicato nel comunicato.

E sempre a patto che il corso azionario senese resti immutato. Tra gli analisti c’è chi sostiene che l’aggiornamento prevedrà un misto tra azioni e cash. Il CEO, Luigi Lovaglio, non può permettersi una brutta figura, ma per farne una buona avrà bisogno di liquidi. Che sia in programma un nuovo aumento di capitale senza la partecipazione del Tesoro, che vedrebbe diluita la quota residuale dall’attuale 11,7%?

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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