La May da Trump in cerca di intesa, sarà asse come tra Reagan e Thatcher?

Oggi, visita di Theresa May al presidente Trump. Il possibile asse USA-Regno Unito ricorda quello ai tempi di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. In ballo c'è un ordine mondiale post-Brexit. Tesi i rapporti con il Messico.
8 anni fa
3 minuti di lettura

 

 

Tensioni USA-Messico su muro e NAFTA

Se la coppia Reagan-Thatcher si mostrò decisiva per imporre la supremazia del capitalismo e delle liberal-democrazie nel pianeta, l’asse Trump-May, se mai vi sarà, servirà a scardinare e riscrivere le alleanze globali, a ridare impulso al capitalismo anglo-americano, storicamente così lontano dai trattati volumetrici e da ingombranti regolamentazioni, come si hanno nel mercato comune sotto la UE.

E per una visita in programma, un’altra è stata da poco cancellata. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto avrebbe dovuto recarsi a Washington mercoledì prossimo, in compagnia dei suoi ministri al Commercio e agli Esteri, ma ieri il presidente USA gli ha fatto sapere via Twitter che sarebbe meglio che non si presenti fino a quando non mostrerà rispetto al suo paese.

Il pomo della discordia riguarda l’ordine già impartito da Trump di costruire un muro lungo la frontiera con il Messico, al fine di impedire l’arrivo degli immigrati messicani negli USA e il cui costo, stimato in una ventina di miliardi di dollari, a suo dire, dovrebbe essere addossato al governo messicano. (Leggi anche: Peso messicano giù, tweets di Trump costati 4 miliardi)

Trump minaccia dazi su prodotti messicani

Pena aveva risposto picche, sostenendo che il suo paese richiede rispetto e Trump aveva controreplicato con la minaccia di imporre un dazio del 20% sui prodotti importati dal Messico. Alla base della disputa c’è, anzitutto, il NAFTA, l’accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada, siglato nel 1994 e che Trump ha definito “unilaterale”, in quanto dal 1995 ad oggi, l’economia americana ha sempre registrato un deficit commerciale verso il partner del Sud, stimato a 60 miliardi nel 2016. Il settore automotive è quello maggiormente investito dal disavanzo per complessivi circa 70 miliardi netti, mentre gli USA recuperano parzialmente solo con esportazioni nette positive nel campo petrolifero e informatico.

(Leggi anche: Investire in Messico ai tempi di Trump?)

Da qui, l’attenzione particolare dimostrata dalla Casa Bianca nei giorni scorsi verso il comparto automobilistico, minacciato a colpi di tweets di subire l’imposizione di dazi, qualora decidessero di delocalizzare ulteriormente quote di produzione in Messico.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Paradisi fiscali al confine: chi scappa e chi investe in Carinzia

Articolo seguente

Goldman Sachs: bond a 10 anni in dollari con cedola iniziale 6%