Omessa Dichiarazione redditi 2022, ancora qualche mese per limitare il danno

Due mesi e poco più ancora a disposizione per inviare la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) e limitare la sanzione
1 anno fa
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Dichiarazione redditi
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C’è ancora un po’ di tempo per poter limitare i danni all’omessa Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021). Ancora tutto il mese di ottobre e novembre ed anche i pochi giorni che mancano alla fine di settembre di questo anno 2023.

In primis ricordiamo che i soggetti obbligati a presentare la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) dovevano inviarla entro il 30 novembre 2022. Il debito d’imposta derivante (saldo 2020 e primo acconto 2021) era da pagarsi entro il 30 giugno 2022 oppure entro il 22 agosto 2022 con la maggiorazione dello 0,40%.

Il secondo o unico acconto, invece, entro il 30 novembre 2023.

Per coloro che avevano saltato la data del 30 novembre 2022 senza inviare la dichiarazione, veniva concessa la chance dalla “tardiva. Ossia inviare la dichiarazione entro i 90 giorni successivi. Dunque, entro il 28 febbraio 2023. In tale ipotesi bisognava versare anche una sanzione di 25 euro. Inoltre, occorreva (ovvero occorre) ravvedere anche l’eventuale debito d’imposta non versato alle scadenze ordinarie.

Saltando anche la scadenza del 28 febbraio 2023 senza fare l’adempimento, la dichiarazione si considera a tutti gli effetti omessa.

La sanzione è lieve solo entro 90 giorni

La Dichiarazione redditi, dunque, si considera “tardiva” se non inviata nel termine ordinario ma entro i 90 giorni successivi.

La dichiarazione, invece, è omessa se non si invia entro il termine ordinario e nemmeno entro i successivi 90 giorni.

In caso di omissione dichiarativa, bisogna solo attendere che l’Agenzia Entrate irroghi la relativa sanzione per la violazione. Ciò che si può fare è ravvedere l’eventuale debito d’imposta non versato alle scadenze ordinarie.

Dichiarazione redditi 2022 omessa: ancora in tempo per limitare il danno

L’Agenzia Entrate per l’omissione dichiarativa può irrogare la sanzione di cui all’art. 1 D. Lgs. n. 471/1997, ossia

  • dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.

Se però la dichiarazione è, comunque, inviata entro il termine di presentazione della dichiarazione redditi riferita al periodo d’imposta successivo, la sanzione è ridotta a metà.

Quindi, va dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da 150 euro a euro 500 euro.

Ne consegue che, con riferimento alla Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) se non inviata nemmeno entro il 28 febbraio 2023, conviene inviarla lo stesso entro il 30 novembre 2023, ossia entro la scadenza della Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022). In questo modo si riduce a metà la sanzione che arriverà dall’Agenzia.

Riassumendo…

  • la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) andava presentata entro il 30 novembre 2022
  • è tardiva la Dichiarazione redditi 2022 non presentata entro il 30 novembre 2022 ma entro il 28 febbraio 2023
  • la Dichiarazione redditi 2022 presentata dopo il 28 febbraio 2023 è omessa, ma presentandola entro il 30 novembre 2023 il contribuente riesce a dimezzare la sanzione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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