Agli sgoccioli la scadenza della Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) c.d. “tardiva”. Ossia per coloro che non avendola presentata nel termine ordinario, possono farlo entro i 90 giorni successivi senza che l’adempimento risulti omesso. Presentando, invece, la dichiarazione oltre detti 90 giorni, per il fisco scatta l’omissione dichiarativa con tutte le conseguenze del caso.
Ricordiamo che la Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) aveva scadenza 30 novembre 2023. Pertanto, entro detta data, i soggetti obbligati erano chiamati a presentarla telematicamente all’Agenzia Entrate.
Le sanzioni (piene)
Per chi è obbligato ed omette la presentazione della dichiarazione redditi, è irrogabile la sanzione di cui all’art.1 D. Lgs. n. 471/1997. In dettaglio, è prevista la sanzione che va dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.
Se tuttavia, il contribuente invia comunque la dichiarazione entro la scadenza di quella relativa al periodo d’imposta successivo, la sanzione di cui al periodo precedente si dimezza. In dettaglio va dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 150 a euro 500.
Dichiarazione redditi 2023 non presentata: come rimediare
Prima che l’adempimento si consideri omesso, il legislatore prevede la possibilità del “tardivo”. Ossia la chance di presentare la dichiarazione entro 90 giorni successivi al termine ordinario. In tal caso di paga una sanzione di 25 euro per sanare detta tardività.
Pertanto chi non ha presentato la Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) entro il 30 novembre 2023 può ancora farlo entro il 28 febbraio 2024. Deve però pagare la sanzione di 25 euro (codice tributo 8911).
Saltando il 28 febbraio, la dichiarazione è omessa. In tal caso, comunque, al contribuente converrà inviarla ugualmente entro il 30 settembre 2024 (nuova scadenza per Dichiarazione redditi 2024) così da ricevere dall’Agenzia Entrate una sanzione dimezzata.
Resta fermo che, che sia tardiva o omessa, il contribuente può ravvedere l’eventuale debito d’imposta che ne scaturisce e non versato alle scadenze ordinarie. Ossia, al 30 giugno 2023 (ovvero 20 luglio 2023 per i beneficiari della proroga) per il saldo 2022 e primo acconto 2023, e al 30 novembre 2023 per il secondo o unico acconto 2023.
Riassumendo
- è in scadenza il 28 febbraio 2024 la possibilità di presentare la dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) tardiva
- per sanare la tardività si deve pagare spontaneamente la sanzione di 25 euro (codice tributo 8911)
- dopo il 28 febbraio 2024 si applicano le sanzioni piene per dichiarazione redditi omessa.