Ennesimo record per la quotazione di Bitcoin in dollari, che nelle scorse ore è arrivata a superare di slancio i 93.000 dollari. Mentre scriviamo, si è assestata in area 91.150 dollari. A dare ulteriore impulso al token è stata l’ufficialità della cosiddetta “onda rossa” negli Stati Uniti. Il lento spoglio nei seggi ha confermato la vittoria del Partito Repubblicano anche alla Camera dei Rappresentanti. Quando mancano ancora 9 seggi da assegnare, la maggioranza assoluta di 218 è stata già conquistata dalla destra, che mantiene così il controllo dell’assemblea.
Token supera argento
La tripletta repubblicana fa volare la quotazione di Bitcoin, perché prospetta una legislazione molto più favorevole nei prossimi anni per le “criptovalute”. E così, la capitalizzazione dell’intero mercato vale all’incirca 1.800 miliardi di dollari. Considerate anche tutte le altre crypto in circolazione, saliamo a 3.000 miliardi.
Oggi come oggi, in pratica, i soli Bitcoin valgono più di tutto l’argento estratto e in circolazione nel mondo. Esso è valutato sui 1.730 miliardi. Lontana resta la capitalizzazione del mercato aureo, stimata sopra i 17.000 miliardi. Chi ha scommesso sul token digitale all’inizio dell’anno, ad oggi risulta avere guadagnato più del 105%. E c’è da dire che l’“halving“ dello scorso aprile non sembra ancora avere dispiegato i suoi effetti. La quotazione di Bitcoin sta salendo per altri fattori, che non per il dimezzamento dell’offerta legata al “mining”.
Quotazione Bitcoin a $1.000.000?
Nel precedente “halving” del 2020, era aumentata di circa otto volte nel giro di diciotto mesi. Questa volta, siamo ancora a una crescita del 50% e trainata perlopiù dall’ingresso degli Etf su questo mercato e dall’esito delle elezioni americane. Se la quotazione di Bitcoin salisse a 1 milione di dollari entro i prossimi anni, l’intera capitalizzazione supererebbe quella dell’oro, a meno che anche il metallo continuasse ad apprezzarsi a sua volta.
Affinché ciò fosse possibile, sarebbe necessario che il token trovasse un’accoglienza diffusa tra gli investitori istituzionali e che i governi nel mondo allentassero le rispettive regolamentazioni. E probabilmente servirebbe anche che ne attecchisse l’uso pratico, ovvero che la crypto fosse impiegata come mezzo di pagamento, magari beneficiando del boom della digitalizzazione già in corso. A quel punto, sarebbe verosimile che la quotazione di Bitcoin più che decuplicasse rispetto ai livelli attuali.