L’open banking in questo 2022 secondo le previsioni di Tink cambierà e sarà diverso da come siamo abituati a conoscerlo. Il motivo è che le conversazioni si spostano sempre più sull’open data e sull’open finance. Ci sarà nel 2022 per Daniel Kjellén, Ceo di Tink, un’evoluzione del fintech e dell’open banking. Ecco come.
Il futuro dell’open banking, le previsioni per il 2022
Secondo il Ceo di Tink, la piattaforma di open banking leader in Europa che permette a banche, fintech e startup di sviluppare servizi finanziari basati sui dati, il 2022 sarà caratterizzato da quattro scenari.
Un altro tema importante dell’anno in corso sarà l’inclusione finanziaria. La Banca Mondiale comunica infatti che circa 1,7 miliardi di persone nel globo non hanno servizi bancari. L’open banking darà la possibilità di aumentare l’accesso ai servizi finanziari in quanto crea prodotti più specifici e convenienti per varie tipologie di clienti. La previsione, secondo Daniel Kjellén, è che ci saranno più investimenti nelle startup che danno accesso al sistema finanziario per chi non ha servizi bancari. Si intercetteranno quindi nuovi clienti ed i nuovi player daranno una mano anche ad aumentare la base dei clienti delle banche tradizionali.
Il futuro dell’open banking
Per quanto concerne i pagamenti, quelli agevolati dall’open banking sono e saranno sempre più frequenti. Si va da quelli Frictionless a quelli più semplici per pagare ed i benefici sono molti. Per chi non lo sapesse i pagamenti detti frictionless sono quelli grazie ai quali si può concludere un acquisto in pochi click mediante una procedura rapida, semplice ed intuitiva.
Le previsioni per il 2022 per l’open banking
L’anno 2022 sarà anche l’anno dell’innovazione sostenibile. Nasceranno molte fintech che creeranno servizi/prodotti che aiuteranno imprese/consumatori a raggiungere degli obiettivi ambientali. La Cop 26 ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 ha infatti confermato che lo scopo di tutti è quello di ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Quindi si crede che l’anno appena arrivato sarà quello dei prestiti verdi ma anche delle applicazioni con funzioni di sostenibilità e tracciamento del carbonio.
L’open banking aiuterà le aziende a soddisfare i requisiti di sostenibilità mentre a livello retail darà la possibilità di alimentare le app che analizzano le transazioni volte ad aiutare le persone a tracciare, modificare e comprendere i propri comportamenti. In questo modo si migliorerà la carbon footprint che per chi non lo sapesse è il parametro che determina gli impatti ambientali che le attività dell’uomo hanno sul cambiamento climatico e quindi sul surriscaldamento del pianeta.
Leggi anche: Tink: ecco come il 2020 ha accelerato l’open banking
[email protected]